#WarDirtyBusiness I soldi della guerra: Leonardo +3,8%

“La guerra contro un paese straniero avviene solo quando le classi benestanti pensano che ne trarranno beneficio” – George Orwell, dal romanzo allegorico: La fattoria degli animali.

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Giovedì 29 febbraio 2024, l’Agenzia ANSA ha diffuso i risultati preliminari di Leonardo per il 2023. A quanto pare, grazie al contesto geopolitico iniziato nel 2022, i bilanci della nostra Industria Bellica registrano guadagni del +3,8%. Laddove l’industria tradizionale italiana, soffre per la fine dell’import energetico e le mancate esportazioni con la Russia, il settore degli armamenti va a gonfie vele.

La società pubblica italiana Leonardo SpA, lo conferma con un’ottima performance, superiore alle aspettative. I suoi ricavi sono saliti a 15,3 miliardi (+3,9%), gli ordinativi a 17,9 miliardi (+3,8%) e il Margine Operativo Lordo a 1,29 miliardi (+5,8%). L’AD di Leonardo Roberto Cingolani ha commentato: “L’andamento commerciale nei diversi business, flessibilità finanziaria, politica disciplinata dei costi e degli investimenti, sono alla base dei risultati positivi raggiunti”.

In parole semplici, Leonardo si conferma il primo produttore di armi dell’Unione Europea, grazie a risultati direttamente legati all’attuale Contesto Geopolitico. In generale, nel 2022 l’industria bellica italiana ha esportato nel mondo 5,3 miliardi di euro di armi. Tra i Paesi acquirenti vi sono diversi Paesi del Medio Oriente, come Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar e Israele.

Dunque non sono le armi inviate all’Ucraina ad alzare i ricavi di Leonardo, ma l’effetto vetrina, dal quale l’azienda trae beneficio. Sia chiaro che guadagnano anche le altre aziende militari dell’Unione Europea e degli Stati Uniti. Ovvero, l’Occidente Collettivo già intravede quale sarà il suo futuro, cioè la conversione industriale delle attuali produzioni, passando all’Economia di Guerra.

Accade già in Germania, dove le aziende che non sono fuggite all’estero, puntano a entrare nell’indotto di colossi delle armi come Rheinmetall. L’Azienda Tedesca, attiva nel campo degli armamenti e produttrice dei famosi carri armati Leopard 2 ha registrato un +74%. Rheinmetall riesce a relizzare alti guadagni, proprio grazie ai Leopard, anche se cerca di censurare in ogni modo la loro vulnerabilità nel conflitto in Ucraina.

Insomma, Leonardo e Rheinmetall, che tra l’altro su alcuni progetti lavorano insieme, approfittano del clima di tensione che porta gli Stati ad aumentare la spesa militare. Nel 2023, in tutto il mondo, le politiche militariste hanno toccato i 2.500 miliardi di dollari, ovviamente tutti a carico dei contribuenti. Il valore dei titoli dell’Industria della Guerra sono quasi quintuplicati ed è solo l’inizio.

Considerate le politiche  bellicistiche dell’Unione Europea, le cifre per la difesa possono solo crescere, quindi l’Economia di Guerra andrà a soppiantare molte delle produzioni tradizionali. E chissà che un giorno, l’ottimo signor Giovanni Rana, che ammiriamo come imprenditore, non reclamizzerà una sua Razione K, magari all’astice e radicchio trevigiano: che tristezza!

Col. Luciano Bonazzi

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Fonti: per i numeri L’Agenzia ANSA e i link esterni inseriti nel testo.

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Pubblicato da Luciano Bonazzi

Sono il Col. Luciano Bonazzi, mi occupo di varie tematiche scientifiche, tecnologiche e di cronaca. Ho scritto su vari blog, piattaforme e Magazine. / I'm Col. Luciano Bonazzi, I deal with various scientific, technological and news issues. I write on various blogs, platforms and magazines.

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