Dopo che sabato 20 aprile gli USA hanno approvato il pacchetto di aiuti da quasi 61 miliardi di dollari, il capo della Giunta di Kiev pensa che potrà vincere. In una delle tante ospitate televisive, Volodymyr Zelenskyj ha espresso una certa premura di ricevere denaro e sistemi d’arma il prima possibile. Egli ha chiesto di non indugiare, perché un ulteriore ritardo metterebbe in difficoltà il suo esercito sul campo di battaglia.
Alla domanda di una sua previsione sulla guerra, Zelenskyj ha ribadito che dipende solo dalla rapidità con cui arriveranno gli aiuti e che molti fattori indicano una sua vittoria contro la Russia. Per quanto riguarda colloqui di pace per porre fine al conflitto, ha affermato che questo non potrà basarsi su: “Putin e il suo entourage, ma su qualcosa di dettagliato e tangibile per l’Ucraina”.
In pratica continua a insistere nella sua idea strampalata di negoziare la pace con Mosca, senza coinvolgere la Russia. Riferendosi all’ex presidente e attuale candidato USA, ha detto di aver sempre saputo che avrebbe votato a favore degli aiuti all’Ucraina. Inoltre non crede alle affermazioni elettorali di Donald Trump, che quando sarà eletto lo obbligherà a cedere territori di Kiev alla Russia e in questo dimostra di aver capito come funziona il teatrino elettorale statunitense.
Orban
Secondo il premier ungherese, che com’è risaputo vuole star fuori dal conflitto: “Siamo a un passo dall’invio di truppe da parte dell’Occidente in Ucraina, Bruxelles gioca col fuoco, ma noi ne resteremo fuori”. Forse si basa su affermazioni di NATO e UE, ma Orban ha precisato che l’Ungheria deve restarne fuori: “Questa non è la nostra guerra., non la vogliamo e non vogliamo che l’Ungheria torni ad essere il giocattolo delle grandi potenze [prima l’URSS poi gli USA n.d.a.]”.
Secondo voci non confermate, le truppe occidentali sarebbero già presenti in Ucraina, acquartierate in ambasciate e consolati, pronte a uscire a combattere a tempo debito: un’ipotesi abbastanza realistica.
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Fonti: ansa.it e portfolio.hu
