Immagine notturna di Niamey, capitale del Niger: chiamiamolo terzo mondo. Foto ©www.pikabu.ru
Niger: nasce comitato di sostegno al figlio di Gheddafi
Un gruppo che supporta Saif al-Islam Gheddafi, figlio dell’ex leader libico Mouammar Gheddafi si è riunito il 13 luglio a Niamey, capitale del Niger, prima città per dimensioni e importanza economico-culturale. Il gruppo critica aspramente la Corte penale internazionale dell’Aja che vuole arrestare Saif al-Islam Gheddafi. Il desiderio della Corte, è simile a quello dimostrato con Slobodan Milošević, fatto crepare nel carcere militare del tribunale, salvo riconoscerne l’innocenza nell’agosto 2016. (Articolo qui–> http://lucianobonazzi.altervista.org/slobodan-milosevic-innocente-ed-estraneo-alle-stragi-bosnia/ )
I giovani libici scampati in Niger in seguito alla guerra occidentalista per rovesciare Gheddafi, ma anche gli studenti e la società civile nigeriana, sono contari a consegnare Saif Gheddafi all’Aja, Corte che da sempre vede unicamente i crimini di guerra altrui, veri o presunti, ma MAI quelli commessi da NATO-USA e loro sodali, Italia compresa.
Il comitato, vede nel figlio del colonnello Gheddafi, l’unica speranza per far uscire la Libia dall’anarchia e dall’ISIS, introdotto nel paese da USA e NATO. “Sosteniamo Saif al-Islam, perché come un figlio di Mouammar Gheddafi, conosce i progetti di suo padre e noi sosteniamo la visione per l’Africa di suo padre”. Il raggruppamento pro-Saif, chiede che questi venga affidato a loro. Saif al-Islam Gheddafi è stato liberato in giugno dal Parlamento libico, dopo il suo rilascio, il procuratore della Corte penale dell’Aja, Fatou Bensouda ha chiesto il suo arresto.
Saif al-Islam Gheddafi Foto ©www.srf.ch
Da parte nostra pensiamo che, come insegnano gli inglesi post-coloniali, piuttosto che lasciare la Libia nelle condizioni nelle quali il paese è stato messo da Francesi, USA, NATO e Italia, sarebbe saggio affidare quel paese proprio a Saif, anche per fare ammenda rispetto alla morte bestiale che ha scontato il padre Mouammar Gheddafi.
Luciano Bonazzi