Il “vomitevole” Macron ha unito gli italiani di sinistra e quelli di destra

L’insolenza di Macron ha introdotto nel nostro paese il concetto di nazione.

Il popolo italiano uscito dalla seconda guerra mondiale e le due generazioni successive, nella maggioranza dei casi nutriva un po’ di orgoglio italiano e sventolava il tricolore, solo in occasione dei mondiali di calcio. Questo era il sentimento dell’intera penisola, ma se nascevi e crescevi a Bologna, nello specifico nel quartiere Bolognina, eri assolutamente insensibile a qualunque fascino nazionalista e quando si disputavano partite tra Italia e URSS, in virtù di un sentimento internazionalista, tifavi per la squadra sovietica. Anche nei decenni successivi, dopo la caduta del muro di Berlino, dell’Unione Sovietica e il repentino “voltagabbanismo” della Bolognina deciso dai dirigenti del Partito Comunista, a Bologna sui balconi si esponevano le bandiere della pace e zero bandiere tricolori: destri o fasci a parte.

Negli anni successivi, la sinistra scomparve completamente, sostituita da neo-liberisti asserviti ai mercati globali, dediti a ripudiare acriticamente la società sovietica, che oltre alle malefatte, certamente di cose buone ne aveva fatte. I dirigenti di questa pseudo sinistra, dopo la crisi globale del 2008, si specializzarono nel difendere ferocemente i mercati, istituzionalizzandosi e specializzandosi a fare bassa macelleria sociale, a spese del popolo. Per qualche tempo la base elettorale continuò a restare fedele a questa gente, in memoria del bisnonno, del nonno, per coerenza e bla bla bla.

Dopo il golpe presidenziale del 2011, questi politicanti, tennero lontani i cittadini dalle urne, tentarono anche di modificare la Carta Costituzionale in senso autoritario, cercando di dar vita a un Senato di non eletti ma nominati da una qualche intellighenzia illuminata. Forse, il Partito Democratico e quella strana combriccola di rivoluzionari da salotto, troppo ricchi per immedesimarsi col proletariato, avevano capito che la gran parte del popolo non li sopportava più. Sopratutto con la teoria epistocratica, cioè la para-democrazia degli intellettuali radical-chic, si toccò il fondo. Questa tesi, sostiene che il diritto al voto deve essere consentito unicamente a persone culturalmente in grado di comprendere il bene del paese, escludendo il proletariato dalle elezioni.

Le elezioni del marzo 2018

Come abbiamo visto, quando finalmente il popolo andò alle urne, punì con una valanga di voti istituzioni e pseudo-sinistra. Il popolo non ne poteva più di anni di forzature costituzionali e lo gridò chiaramente col proprio voto, punendo le forze politiche tradizionali e premiando quelle populiste e anti-sistema. Chi avesse la freddezza di leggere i dati del voto senza farsi ottenebrare le sinapsi da slogan anacronistici, vedrebbe che le forze “istituzionaliste” il 4 marzo scorso erano al 45% e quelle definite anti-sistema, Movimento 5 Stelle, Lega e Fratelli d’Italia al 55% (circa). Questi sono i dati da leggere, mettersi a farfugliare di fascismo e antifascismo è fuorviante. Si veda che l’unica sinistra vera e organizzata è il Partito Comunista di Marco Rizzo, mentre la pseudo-sinistra è un coacervo di neoliberisti, Radical-Chic o i violenti nichilisti dei Centri [di Spaccio] Sociali.
Alla luce de Il Capitale di Marx ed Engels, analizzando il programma di questo governo, si evince un’impostazione populista nel senso bolscevico del termine. Il populismo, caratterizzò la fase iniziale della nascita dell’Unione Sovietica, un periodo durante il quale si dette risposta alle emergenze sociali, per rimettere a posto le differenze tra le classi e avviare la nuova società collettivista.

Il nuovo governo

Il contratto stipulato tra le due forze post-ideologiche, Lega e Movimento 5 Stelle, è di tipo redistributivo keynesiano. Sarà utile, fosse solo per un periodo di tempo, ricostruire il patto sociale tra popolo e istituzioni. Sono 4.000.000 le persone ridotte in povertà assoluta e almeno altri 5.000.000 quelle ai limiti della soglia di povertà, a queste vanno sommate le vittime delle ingiustizie fiscali e pensionistiche. Dunque è dovere di uno stato serio, aiutare le vittime di anni di bassa macelleria sociale, anche perché la nostra Costituzione NON è neoliberista, ma di tipo statalista, che riconosce il diritto alla proprietà privata e a fare impresa.

Per sintesi, sorvoleremo sulle vergognose privatizzazioni che hanno demolito interi settori industriali di stato fondamentali, a favore di pseudo-imprenditori che si sono mangiati le nostre grandi aziende Telecom, IRI, Alitalia… ecc., ma arriviamo al punto. Siamo entrati nell’Unione Europea e nell’euro, su decisione di una cerchia ristretta di funzionari economici statali, senza chiedere il permesso al Parlamento. Quella decisione piombata dall’alto sul popolo italiano, ci ha assolutamente danneggiato. Gli unici ad averne beneficiato furono certi imprenditori senza scrupoli, che delocalizzarono le aziende italiane, trasferendole all’estero grazie agli incentivi europei, finanziati anche dal popolo italiano: una beffa!

Migranti e sentimento nazionale

Da circa trent’anni, l’Europa affronta un esodo ormai insostenibile da Asia e Africa. Nel caso delle ex potenze coloniali, cioè Francia, Gran Bretagna, Belgio, Olanda, Spagna, era anche giustificato. Le nazioni post-coloniali erano state depredate e impoverite, l’unica speranza per le popolazioni africane e asiatiche era la migrazione nei paesi ex coloniali, che ben conoscevano, cercarsi un lavoro e mandare soldi a casa.

1931, “esemplari” esposti nello zoo umano di Parigi

L’Italia coloniale, parentesi semi-ridicola della storia patria, anche dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha continuato a sostenere le sue ex colonie. Peraltro molti dei cittadini di Somalia, Etiopia ed Eritrea, sono italiani per Ius Sanguinis, dunque, quanti desideravano trasferirsi in Italia, lo facevano senza problemi. Lo stesso non accade per quanti provengono dalle ex colonie di  Francia, Gran Bretagna, Belgio, Olanda, Spagna, paesi che costringono i loro migranti ex coloniali a rimanere nel nostro paese e a nostre spese.

Per anni, quei paesi europei avevano trovato facile sponda nei nostri molli governanti, genuflessi davanti alle richieste di Bruxelles. Negli ultimi giorni la situazione è cambiata, il nuovo governo, con una manovra inattesa ha chiuso i porti, inviato viveri e medici alla nave appartenente a una ONG francese battente bandiera di Gibilterra. Mentre tutti gridavano allo scandalo, il nuovo esecutivo ha invitato l’Unione Europea a trovare una soluzione, e come sappiamo, la Spagna ha aperto un suo porto alla nave.

A quel punto, dalla Francia, paese famoso per i ghetti per stranieri chiamati Banlieue, si è levata la voce del presidente Macron, colui che ha sulla coscienza la morte di una migrante incinta, cacciata dai francesi e morta in un ospedale di Torino, il respingimento alle frontiere 10.249 persone, comprese donne, bambini e disabili e la deportazione dei profughi dalla cosiddetta Giungla di Calais. Questo strano personaggio, ha detto: “Italia cinica e irresponsabile” – un altro membro del suo partito ci ha definiti “vomitevoli”. Davanti a queste offese, il presidente Sergio Mattarella ha condannato le affermazioni di Emanuel Macron e il premier Conte ha annullato il previsto viaggio a Parigi.

In parole povere, l’Italia, paese che ha subito generosamente un esodo di proporzioni bibliche, accettando di essere trasformata nel campo profughi d’Europa, se pone il problema della redistribuzione diventa egoista. Ricordiamo al presidente Macron, all’Unione Europea ai globalisti neoliberisti, partendo dallo speculatore ex nazista George Soros, che tantissimi italiani hanno capito che la tratta degli schiavi africani è un affare che gestite sulla pelle degli italiani a vostro vantaggio.

Se nel braccio di ferro sui migranti avevamo qualche perplessità, appreso che Macron si sarebbe scusato con gli italiani e che la crisi con Parigi è rientrata, sorprendentemente scopriamo che l’80% degli italiani appoggia il ministro dell’Interno e la linea del governo Conte. Infine, in base a un sondaggio SkyTG24, gli italiani che esigevano le scuse formali del governo francese, sono addirittura il 95%: che dire…

Luciano Bonazzi

/ 5
Grazie per aver votato!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.