Afrin, Kurdistan siriano: intercettate armi americane
Mentre il dittatore Recep Tayyip Erdoğan, viene ricevuto a Roma dai deferenti Bergoglio e Gentiloni, mentre assistiamo al divieto di protesta messo in atto dal nostro governo, agli arresti di manifestanti, alle limitazioni della libertà di stampa, il massacro dei curdi di Afrin da parte dell’Esercito Turco non si ferma.
Quest’oggi ci è giunta notizia che gli USA, il cui silenzioso sostegno alla Turchia ci aveva fatto indignare, hanno cercato di approvvigionare segretamente i Curdi. Da quanto trapelato nell’area è segnalata la presenza di militanti del PKK turco, giunti ad Afrin per dar man forte ai Curdi siriani del YPG.
Purtroppo, i due camion carichi di armi e munizioni che gli Stati Uniti dovevano consegnare ai combattenti di YPG e PKK, sono stati intercettati prima di entrare ad Afrin. In un articolo uscito ieri 5 febbraio, il quotidiano turco Yeni Shafagh riferiva di un sequestro d’armi e munizioni inviate ai, ovviamente, “terroristi” Curdi.
Generalmente la frontiera iracheno-siriana viene utilizzata dagli Stati Uniti per fornire armi e equipaggiamento bellico agli pseudo-combattenti della libertà siriani dell’FSA, ma anche ai Curdi del YPG. Più volte la Turchia aveva ostacolato la spedizione di armi statunitensi ai curdi nel nord della Siria, questa volta oltretutto dirette anche al PKK. Il carico sequestrato dai Turchi contava di lanciarazzi, pistole, mitragliatrici, sofisticate armi automatiche, munizioni anticarro e antiaereo ed era nascosto nella cisterna trasformata di un’autobotte per il carburante.
Nonostante la Siria protesti contro la Turchia per le continue violazioni del suo spazio aereo e la sua integrità territoriale, dal 20 Gennaio scorso la Turchia calpesta sistematicamente il diritto internazionale. Damasco definisce l’offensiva genocida contro i Curdi siriani della Siria settentrionale, un’aggressione.
Luciano Bonazzi