Un soldato cinese, a sinistra e uno indiano, ripristinano la recinzione di filo spinato, temporaneamente rimossa durante la visita dei funzionari cinesi. Foto AP / Gurinder Osan
In seguito al grave incidente del 15 giugno scorso, le due controparti cinese e indiana, si sono incontrate per risolvere la crisi. Il vertice è avvenuto sul confine internazionale presso il Nathula Pass, nello stato indiano del Sikkim. I due comandi militari hanno saggiamente deciso di disimpegnare i loro soldati nella zona Himalayana contesa. Tale decisione è stata presa in seguito alla violenta rissa che durante la quale sono morti diversi militari dei due eserciti.
I comandanti indiani e cinesi hanno raggiunto l’accordo lunedì 22 giugno, durante il loro primo incontro dopo lo scontro del 15 giugno scorso. Quello scontro, in realtà fu una rissa a mani nude, scoppiata nella valle di Galwan nel Ladakh, zona coinvolta nella controversia sulla sovranità di questo settore dell’Himalaya. Lo scontro mortale tra i soldati indiani e cinesi, è stato il più cruento degli ultimi 45 anni.
Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian, riferendosi all’incontro tra i due comandi militari, ha affermato che “le due parti hanno avuto uno scambio di opinioni franco e approfondito sulle questioni importanti dell’attuale controllo di frontiera e hanno concordato di adottare le misure necessarie per raffreddare la situazione”. L’esercito indiano ha altresì dichiarato che il “colloquio a livello di comandanti … si è svolto a Moldo in un’atmosfera cordiale, positiva e costruttiva”. concludendo che “c’è stato il consenso reciproco a disimpegnarsi”.
Zhao Lijian ha inoltre confutato la dichiarazione del governo indiano, secondo la quale 40 soldati cinesi erano morti nello scontro del 15 giugno. Per quanto i rapporti iniziali parlassero di 3 militari indiani e 5 cinesi morti e di 11 soldati di Pechino feriti, il portavoce Zhao ha definito false tali informazioni.
Fonte: washingtontimes
