Attempted coup in Venezuela: Putin warns US/Tentato golpe in Venezuela, Putin ammonisce gli USA


©www.pulsodelospueblos.com

Fallito il tentato golpe USA in Venezuela

Prima d’iniziare l’articolo è necessaria una premessa. Negli anni abbiamo seguito con attenzione il presidente Hugo Chávez, apprezzando la sua dedizione a contrastare i piani dei padroni del mondo. Come leader era in grado di dialogare con le altre nazioni che si contrappongono alla costante strategia USA di conquista nel mondo intero. Da questo blog, abbiamo più volte denunciato e documentato, il come gli Stati Uniti siano l’unica nazione al mondo che persegue la conquista del pianeta, con tutti i mezzi, compresi: genocidio, stragi efferate e influenza nelle politiche interne di nazioni sovrane.

Quando il presidente Hugo Chavez venne sopraffatto dalla malattia, il suo vice Nicolás Maduro dichiarò: “C’è un piano per destabilizzare lo Stato” e fece espellere dal Venezuela due addetti militari dell’ambasciata USA, alle sue affermazioni Washington rispose che si trattava di “Accuse assurde”. Ora, non vogliamo affermare che Maduro avesse ragione, tuttavia, la CIA ha tentato più volte di assassinare, ad esempio, Fidel Castro, l’accusa potrebbe quindi non essere esagerata.

Ora, analizzando le cronache e l’operato del successore di Chavez, presidente Maduro, riteniamo che, se le accuse mossegli costantemente dai media occidentalisti fossero vere anche solo al 50%, sarebbe auspicabile che il Movimento Bolivariano, umanista, socialista e patriottico, sostituisse al più presto questo presidente. Ma passiamo all’articolo di analisi ispiratoci dalla giornalista Stella Calloni di Prensa Latina.

Foto ©www.lanacion.com.py

Nei giorni passati, abbiamo assistito a un attacco terroristico aereo contro la Corte Suprema; l’attacco venne effettuato con un elicottero rubato. Durante l’assalto, oltre che colpi di mitraglia, furono lanciate quattro granate. Responsabile dell’azione era Oscar Rodriguez, agente della Polizia scientifica che ha poi dichiarato di rappresentare “un’alleanza di funzionari militari, poliziotti e civili, alla ricerca di un equilibrio, contro questo governo transitorio e criminale”.

A tale alleanza “patriottica”, farebbe capo Miguel Rodriguez Torres, ex ministro degli Interni e Giustizia, accusato di essere un agente di tramite per conto della Cia. In realtà, questo gruppo sarebbe supportato dalle truppe speciali statunitensi di stanza nelle basi USA in Colombia e rientrerebbe nel quadro degli sforzi disperati di Washington per far cadere il governo del presidente Nicholas Maduro, mettendo fine alla rivoluzione Bolivariana, affinché non si propaghi al resto dell’America Latina.

Immagine da archivio redazione.

L’attacco terroristico del 27 giugno, può essere interpretato un gesto schizofrenico USA, derivato dal fallimento delle violente proteste dell’opposizione, pilotate da una regia esterna. Le contestazioni durate ininterrottamente per oltre tre mesi, si sono lasciate dietro morte, distruzione e violenza inaudite, tanto che Maduro, attualmente è in una posizione isolata e tanti sono i dubbi, anche di quanti guardano favorevolmente alla Rivoluzione Bolivariana. Quello che ora ci attendiamo, è che venga fatta chiarezza sulla violenta repressione, fermo restando il fatto, che l’ingerenza esterna statunitense è tangibile: del resto, gli USA, non impareranno mai a starsene a casa loro!

Sicuramente, uno dei risultati ottenuti dall’atto terroristico compiuto dal poliziotto Rodriguez e la conseguente repressione governativa, è quello d’aver fatto vacillare la fiducia del popolo venezuelano nei confronti delle Forze Armate Patriottiche, altresì estremamente popolari nel paese.

Ora è necessario essere cauti nel condannare tout court Maduro, anche in considerazione del fatto, che questo ex-sindacalista, o è impazzito e si è trasformato in un folle despota, oppure viene malconsigliato dal suo entourage. In ogni caso occorre valutare il livello di pericolo e la pressione alla quale Maduro è sottoposto quotidianamente, oltre al grande rischio che la rivoluzione fallisca e il Venezuela torni a essere una colonia degli americani, con al potere il solito fantoccio messo li dalla CIA.

Un altro aspetto delle cosiddette manifestazioni pacifiche dell’opposizione, inscenate per oltre tre mesi, è che non sono mai state “pacifiche”, nonostante il mantra mediatico insista a definirle così. Anche perché, si può sostenere tutto e il contrario di tutto, ma al di la della riforma costituzionale che i Bolivaristi vorrebbero, resta il fatto che l’opposizione, vuol far cadere un governo eletto democraticamente, strumentalizzando i manifestanti affinché mettano in atto un golpe. In questo scenario, entra pesantemente l’uso di mercenari e paramilitari colombiani quali agenti provocatori infiltrati nelle piazze, allo scopo di scatenare la violenza popolare.

Come abbiamo già scritto, questi mercenari e paramilitari colombiani sono assoldati e pilotati da reparti speciali statunitensi di stanza in Colombia. In casi come questo, gli USA utilizzano da sempre mercenari e ONG compiacenti, affinché facciano il lavoro sporco, senza esporre gli Stati Uniti al biasimo globale per le loro continue malefatte. In particolare le Organizzazioni non Governative, grazie alle cospicue “donazioni” governative occidentali, forniscono quattrini all’opposizione venezuelana, oltre a caschi, maschere anti-gas lacrimogeni e in qualche caso armi e mazze da baseball utilizzate dai manifestanti pacifici. Immaginiamo per un momento che analoghe “manifestazioni pacifiche”, si dirigano verso la Casa Bianca o il Parlamento Europeo, Le forze si sicurezza permetterebbero il lancio di bombe molotov contro questi centri di potere?

Foto: ©www.cubasi.com
Durante le proteste e complessivamente dal 2014, in Venezuela ci sono stati cinquanta morti e migliaia di feriti che i media attribuiscono al governo Maduro, quello che non viene detto, è che la maggior parte delle vittime, sono poliziotti, guardie nazionali e contro-manifestanti. Ecco dunque che, nella narrazione mediatica concertata dagli occidentalisti, vengono si forniti i numeri, ma si evita di dire che gran parte delle vittime sono filo-governative. Del resto, quale giornale, italiano ad esempio, si metterà mai contro i media della potenza egemone nel mondo, sostenendo una diversa chiave di lettura?

A Washington ovviamente si sostiene che in Venezuela non c’è libertà d’espressione, magari è vero, nel senso che se l’Italia è al 52 posto al mondo per libertà d’espressione mediatica, per noi italiani dovrebbe essere normale che anche il Venezuela sia messo come noi… per non parlare poi della CNN americana, autentica cloaca di bufale e propaganda occidentalista.

Sui nostri teleschermi ora scorrono le immagini degli edifici distrutti, degli aiuti umanitari che giungono nel paese, col popolo venezuelano stremato dalla miseria, oltre alle accuse rivolte a Maduro di aver portato il Venezuela al fallimento economico. Quel che non si dice, sono i piani di destabilizzazione, impoverimento, oltre agli attacchi terroristici contro installazioni elettriche, raffinerie, ed edifici pubblici distrutti, tutti attribuibili a una regia statunitense. Tali atti vengono compiuti sistematicamente dal 2014 e non ne sono certamente responsabili Maduro e i Bolivariani.

Immagine da archivio redazione.

È chiaramente falso e ipocrita chiamare proteste pacifiche quelle inscenate nel paese, questo tipo di manifestazioni le abbiamo già viste in Ucraina, Siria, Libia, nella sponda sud del mediterraneo e prossimamente nelle Filippine, Malesia e Indonesia, dove provvidenzialmente si è spostato lo Stato Islamico. Il metodo classico già usato da McCaine e Obama, è quello di creare un’escalation di violenza, morte, distruzione, caos, collasso economico, per poter giustificare un’invasione USA con la scusa di proteggere i civili.

Tirate le somme, scopriamo che il governo di Maduro dal suo insediamento ha resistito un’autentica guerra economica e mediatica, dove del presidente si parlava solo per farci sapere sciocchezze quali l’estensione a un mese del Natale, o storielle come quella del fantasma di Chavez che gli appariva per consigliarlo. Nel concreto, idiozie a parte, il Venezuela Bolivariano è riuscito a far cambiare il prezzo del petrolio grazie ad accordi con altri paesi dell’OPEC, cosa che gli ha consentito di mantenere l’equilibrio economico nonostante le strategie imperialiste. Il prezzo del petrolio, sceso fino a 19 $ nel gennaio 2016, grazie alle contromisure di Maduro, è salito fino a toccare i 50 $ nel maggio 2017. Ciò ha permesso ai Bolivariani d’incrementare il comparto agroalimentare fornendo un puntuale approvvigionamento di cibo e prodotti di prima necessità agli strati più deboli della popolazione.

Foto ©www.ilvelino.it

I media hanno comunque oscurato i progressi compiuti nonostante le violenze interne, ma invero quel cambiamento ha incentivato le masse proletarie a contrapporsi ai golpisti in difesa del governo venezuelano, questo dato è stato ovviamente censurato dai media globali del regime occidentalista. Dunque si assiste allo sconcertante spettacolo inscenato da Wasington e sottoposti, che fanno pressione sul Segretario Generale delle Nazioni Unite affinché incarichi gli USA, la nazione più stragista e guerrafondaia del pianeta, di legittimare un intervento USA manu militare, contro uno stato sovrano.

Si noti come, se la vittima delle “manifestazioni pacifiche” è un agente, venga riportato che a causa della repressione c’è stata una vittima. Dunque Maduro viene presentato agli occhi dell’opinione pubblica quale “feroce dittatore”, un copione già visto con Bashar Al Assad in Siria: che se poi fosse vero, perché milioni di venezuelani e siriani difendono il loro paese e governo?

Recentemente, Maduro ha debitamente documentato i finanziamenti e il supporto degli Stati Uniti ai gruppi terroristi che operano in Venezuela. In casi simili, ogni governo, in ogni parte del mondo, ha legislazioni che prevedono leggi speciali, dunque, il Venezuela si comporta esattamente come qualsiasi altra nazione.

Per dirla con Totò: Ccà nisciuno è fesso! Foto ©www.movieplayer.it

Putin avverte gli Stati Uniti: “Non cercate di destabilizzare il Venezuela”

Foto ©www.ria.ru

Grazie a bolivarinfos, ci giunge infine notizia, che la Russia ha ufficialmente accusato gli Stati Uniti di esercitare una pressione politica sul Venezuela e ha definito la destabilizzazione del paese, una minaccia per tutta l’America Latina: “Guardiamo con preoccupazione all’aumento delle tensioni e alla destabilizzazione della Repubblica Bolivariana del Venezuela, unita alla Russia da stretti vincoli d’amicizia e partenariato strategico” ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov in un comunicato, proseguendo – “L’aumento della pressione politica aggressiva e le minacce di sanzioni di Washington contro Caracas non si raccordano alle posizioni di tutta la comunità internazionale…, confermiamo la nostra solidarietà al popolo del Venezuela e alla leadership democraticamente eletta, condanniamo fermamente le violenze e il tentato colpo di stato per far cadere il governo legittimi di uno stato sovrano”.

Lavrov al recente G20 foto da archivio redazione

Lavrov ha infine comunicato che Mosca supporterà l’invio di una missione in Venezuela composta da mediatori dell’Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR).

Nicolás Maduro e Vladimir Putin al Cremlino. Foto ©www.washingtonpost.com

Va ricordato che il presidente Nicolás Maduro si era recato in Russia nello scorso gennaio, per incontrare Vladimir Putin e discutere delle speculazioni sui prezzi del petrolio, che pilotate da gruppi finanziari, danneggiavano l’economia dei due paesi.

Luciano Bonazzi

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Luciano Bonazzi

Sono il Col. Luciano Bonazzi, mi occupo di varie tematiche scientifiche, tecnologiche e di cronaca. Ho scritto su vari blog, piattaforme e Magazine. / I'm Col. Luciano Bonazzi, I deal with various scientific, technological and news issues. I write on various blogs, platforms and magazines.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.