Aquarius, Valencia, l’ONG e i poveri “profughi economici”


In alto a sinistra, i migranti sulla Aquarius, nel porto di Valencia; In alto a destra il personale della ONG saluta felice la buona riuscita del “salvataggio”; in basso la riconoscenza dei profughi verso l’accogliente Spagna.

Circa due settimane fa, gli occhi accusatori dell’Europa e del mondo erano puntati sul nuovo esecutivo italiano, colpevole di aver chiuso i porti alla nave Aquarius della ONG Sos Mediterranee. All’inizio ci sentimmo tutti un po’ in colpa, divisi tra bontà e buonsenso finché l’Europa prese la prima decisione di accoglienza condivisa.  La vicenda si concluse quando il nuovo governo spagnolo, aprì il porto di Siviglia e accolse quei profughi economici provenienti dall’Africa Sub Sahariana: per la prima volta l’Italia non venne lasciata sola.

Il comportamento beffardo della nave Aquarius, non ce la rende per nulla simpatica, visto l’esito finale della vicenda. Dapprima girovagò per le acque territoriali di Malta nel chiaro intento di consumare carburante, poi rifiutò di consegnare malati, donne e bambini alla Guardia Costiera italiana. Quando le venne indicato il porto di Valencia dalle autorità marittime, impiegò otto giorni per raggiungerlo, tra circumnavigazione della Sardegna e continui cambi di rotta. Infine, scaricato il suo triste carico, spernacchiando tutti quanti, la Aquarius rientrò in acque libiche in sole 24 ore.
Il mainstream mediatico, per giorni ha enfatizzato la bontà del nuovo premier spagnolo Pedro Sánchez, contrapponendolo al cattivo ministro Danilo Toninelli e al cattivissimo Salvini. I Tg ci hanno mostrato le immagini sull’accoglienza entusiasta da parte di attivisti pro-immigrazione. Hanno eviidenziato il grande impegno dei volontari (pagati) della Onlus, poi i toni sono divenuti sempre più sfumati e la vicenda stava lentamente scivolando nell’oblio.

Oggi, nonostante il silenzio colpevole delle organizzazioni caritatevoli e dei media, apprendiamo che quei migranti poveri, sono abbastanza ricchi da scartare buttandoli nell’immondizia, gli indumenti consegnati loro dalla Croce Rossa. La notizia, risalente al 24 giugno, ovviamente non sarebbe trapelata se diversi Valenciani, tramite Facebook, non avessero postato sui loro profili le foto dello spregevole comportamento di molti migranti scaricati della barca Aquarius. I pacchetti assistenziali erano ancora intatti e il loro contenuto era elencato in: “1 tuta, 1 maglietta, 1 paio di calzini, 1 indumento intimo “.

I vestiti sono stati gettati nei cassonetti del Complesso Educativo di Cheste, dove molti dei migranti vengono ospitati in attesa dell’esito delle loro domande di asilo. Oltre a questo gesto, i ristoratori della zona, hanno riferito che diversi profughi pagano le loro consumazioni con banconote da 100 €, gesto che in Spagna, paese che non sta meglio dell’Italia, non passa inosservato. Nulla di male, evidentemente i loro soldi li spendono come vogliono, ma questo fatto mette in discussione il loro status di migranti economici.

Persino i giovani migranti, ospitati in una residenza studentesca ad Alicante, sono stati visti uscire per andare a festeggiare nella prima notte, nonostante i commentatori affermassero che questi erano “scioccati” e “traumatizzati” a causa delle privazioni. Gli spagnoli residenti nella zona, si dichiarano irritati dall’assoluta mancanza di gratitudine che questi immigrati, presunti “stressati” dimostrano verso la loro accoglienza umanitaria.

A questo punto ci chiediamo che senso abbia ospitare questa gente, sarebbe meglio cacciarli dall’Europa e sostituirli coi bimbi che muoiono ogni giorno nei paesi del terzo mondo: Magari! Ma questo sembra non piacere ai buonisti neoliberisti… scelte così non renderebbero al capitale.

Luciano Bonazzi

Fonti: Voice of Europe – Jihad Watch

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