Yukio Mishima vive!//Yukio Mishima lives!


47mo anniversario della morte di Yukio Mishima.

Il 25 novembre 1970, Yukio Mishima, al secolo Kimitake Hiraoka, prolifico scrittore, drammaturgo, saggista e poeta giapponese, si toglieva la vita. La sua morte, così plateale e al contempo eroica in senso identitario, sconvolse l’opinione pubblica giapponese e mondiale dell’epoca. Di Mishima si è detto un po’ tutto, venne etichettato come fascista e omosessuale. A quei giudizi sbrigativi, rispose in alcune interviste in lingua inglese, affermando che l’amore per la propria identità prescindeva dalle ideologie [vedi Bobby Sands in Irlanda del Nord. NDR] e che non si riteneva omosessuale secondo il concetto occidentale del termine.

Nel 1946 s’iscrisse a Giurisprudenza laureandosi a pieni voti e vinse un concorso per un prestigioso posto di funzionario al Ministero delle Finanze. In quegli anni alternò fermamente il lavoro ministeriale di giorno, con la scrittura di notte, ciò lo sottopose a un super affaticamento, dormiva solo quattro ore per notte. La debilitazione raggiunse un livello tale che per la stanchezza finì sui binari della stazione di Shibuya. Ripresosi, decise di dimettersi dal suo incarico per dedicarsi esclusivamente alla scrittura.

Yukio Mishima con Yasunari Kawabata

Nel 1946 incontrò il premio Nobel Yasunari Kawabata e fra i due nacque un solido rapporto di stima e rispetto reciproco, oltre a quello di maestro-discepolo. Tanto per smentire quanti lo definirono fascista, nel 1948 entrò nella redazione della rivista letteraria Kindai Bungaku, vicina alla sinistra giapponese. Nella sua attività letteraria, Mishima evitò sempre qualsiasi riferimento alla politica, a meno che non fosse strettamente necessario e sempre in senso descrittivo e funzionale al racconto.

Per tutta la sua vita rimase un acceso tradizionalista che soffriva nel veder morire la cultura millenaria del suo paese, Per questo, oltre che come attore acclamato, regista cinematografico, si dedicò anima e corpo al Kendo, facendo di se un samurai alle dipendenze non già si uno Shogun, ma dello spirito del Giappone.

Intanto Mishima riscuoteva grande successo oltre che in patria, anche all’estero, dove le sue opere e romanzi venivano divorati da schiere di lettori che lo amarono e continuano ad amarlo, per il suo stile romantico, nostalgico, talvolta spoglio. Il romanzo più diffuso, quello che gli valse probabilmente l’accusa di fascismo, fu il bellissimo Sole e Acciaio, le cui pagine sono pregne di spirito eroico e immortale, a contrastare il nichilismo della società giapponese, messa in ginocchio dalle due bombe atomiche, lanciate scelleratamente dagli USA, paese nucleare, su un paese non nucleare.

Certamente non fu casuale che Sole e Acciaio, scritto da Mishima nel 1968, precedesse di due anni il suo clamoroso seppuku, il suicidio samurai. Oltre che tradizionalista, Mishima fu anche un innovatore. Nelle sue opere ebbero ampio spazio il romanzo moderno e la sperimentazione in chiave moderna del Kabuki, il teatro tradizionale giapponese.

Mishima morì il 25 novembre del 1970, togliendosi la vita attraverso il seppuku, rituale riservato ai samurai. Compì il gesto estremo dopo un discorso al ministero della Difesa, che aveva occupato assieme ai suoi discepoli, alcuni degli 84 studenti che avevano aderito al Tate no kai, la Società dello scudo, iniziativa in stile dannunziano creata dallo scrittore.

Trailer del film: 11.25 Il giorno in cui Mishima ha scelto il suo destino

Nel 2012 il regista Koji Wakamatsu ricostruì in un film le ultime drammatiche fasi della vita dello scrittore giapponese.

Luciano Bonazzi

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Pubblicato da Luciano Bonazzi

Sono il Col. Luciano Bonazzi, mi occupo di varie tematiche scientifiche, tecnologiche e di cronaca. Ho scritto su vari blog, piattaforme e Magazine. / I'm Col. Luciano Bonazzi, I deal with various scientific, technological and news issues. I write on various blogs, platforms and magazines.

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