Romania: Una folla oceanica in piazza contro la corruzione


Una notizia che trova poco spazio nel mainstream mediatico europeo: in Romania stiamo assistendo a un’autentica rivolta.

Se le precedenti rivoluzioni nei paesi dell’Europa Orientale, per intenderci quelle «Arcobaleno», avevano patrocinatori e finanziatori al di fuori del paese, le rivolte romene hanno come caratteristica il fatto di nascere dal popolo. Da giorni, in Romania è scoppiata una grande rivolta con connotati simili a quella che provocò il rovesciamento del padre-padrone del paese Nicolae Ceaușescu.

Questa volta il popolo non possiede gli stessi mezzi della rivoluzione del 1989, probabilmente non ha il sostegno dell’esercito e della polizia, ma valutando cosa accade, sembra che i romeni perseguano con determinazione l’obiettivo di modificare le politiche governative. Il paese, a causa delle misure di austerity economica, vede le masse popolari impoverite, esasperate da una classe politica parzialmente corrotta e apparentemente intoccabile.

Non è chiaro se questa «rivoluzione» arriverà al punto di scatenare le folle impoverite, ma al momento, il governo è stato costretto a fare piccole concessioni per calmare la popolazione e soprattutto a ritirare una legge molto impopolare. Si tratta di una legge «autoassolutoria» per i reati di corruzione e abuso di potere, in caso di importi inferiori ai 44.000 euro.

Quando nel 2007 la Romania aderì all’Unione europea, promise d’intensificare la lotta contro la corruzione, attraverso la creazione di una procura speciale, denominata DNA (Direcția Națională Anticorupție), a giurisdizione esclusiva e di merito, nella lotta alla corruzione ad alto livello, inclusa la corruzione parlamentare. In un paese dove i politici sono stati a lungo intoccabili, la DNA è diventata una delle istituzioni più amate dalla popolazione, dopo che questa era riuscita a condannare ministri e alti funzionari.

Il popolo sta manifestando nelle principali città della Romania da dodici giorni, solo a Bucarest, una folla oceanica si è radunata davanti alla sede del governo in Piazza della Vittoria, sfidando una temperatura di 7 gradi sotto zero. La folla scandiva principalmente lo slogan «Resistiamo, non ce ne andiamo», gridato dai manifestanti che chiedevano al governo in carica un rimpasto dell’esecutivo per sostituire i politici sospettati di corruzione, con persone più affidabili.

Nel resto del paese, sono tuttora in atto manifestazioni, nel sud a Timisoara, ma anche a Cluj-Napoca e Sibiu in Transilvania, città che già nel 1989 furono protagoniste della rivoluzione che depose Ceaușescu. Al momento, il governo, oltre a piccole concessioni, ha fatto dimettere il Ministro della Giustizia sperando così di calmare la popolazione

Luciano Bonazzi

Fonti>

– http://reseauinternational.net/
– http://www.levif.be/
-In condivisione con http://buonenotiziebologna.it

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Pubblicato da Luciano Bonazzi

Sono il Col. Luciano Bonazzi, mi occupo di varie tematiche scientifiche, tecnologiche e di cronaca. Ho scritto su vari blog, piattaforme e Magazine. / I'm Col. Luciano Bonazzi, I deal with various scientific, technological and news issues. I write on various blogs, platforms and magazines.

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