#Marte tra ghiaccio e fuoco: Scoperto “nuovo” super vulcano

Illustration by Seti

 

Ogni tanto diamo spazio a Marte, l’affascinante pianeta, che nei sogni del visionario Elon Musk è destinato a diventale la seconda casa dell’umanità. In altri articoli ci siamo occupati del Monte Olimpo, il vulcano più grande del sistema solare, alto 25 chilometri e con un diametro alla base di oltre 610 km.

Il Monte Olimpo si trova nella regione vulcanica di Tharsis, un’area che ospita altri 12 giganteschi vulcani, ma più piccoli. I vulcani di Marte sono molto più grandi di quelli terrestri, a causa della bassa gravità del pianeta. La regione orientale di Tharsis venne mappata dalla sonda Viking 1 nel 1980, che scoprì gli enormi vulcani: Ascraeus Mons, Pavonis Mons, Arsia Mons e Tharsis Tholus.

I vulcani marziani si vedono con difficolta, perché per la loro estensione si confondono con la curvatura del pianeta. Ecco perché il nuovo vulcano gigante, per anni fu quasi invisibile. Situato poco a sud dell’equatore marziano, nella zona Noctis Labyrinthus (Labirinto della Notte ndr), è parte di un’area caratterizzata da canyon che si diramano dal “nuovo” vulcano (oggi denominato Noctis).

Ghiaccio e Fuoco

Il dottor Pascal Lee del SETI Institute e del Mars Institute responsabile del team di ricerca, ha parlato di una scoperta casuale. Infatti, il dottor Lee e il suo team stavano analizzando i resti di un ghiacciaio del Noctis Labyrinthus, quando avuto un déjà vu. La conformazione del terreno era simile a quella di altri tre super vulcani giganti del Pianeta Rosso: Ascraeus Mons, Pavonis Mons e Arsia Mons.

Quando la squadra di scienziati ha intuito di aver scoperto un nuovo vulcano, ha intensificato i rilevamenti individuandone il cratere e una serie di pendii che si estendevano per circa 225 chilometri in varie direzioni. Soprattutto hanno individuato il residuo di un cratere che in tempi remoti ospitò un lago di lava.

Another reconstruction by Forbes

Ulteriori studi hanno rilevato le tracce di colate laviche, depositi piroclastici e minerali. Ancora, il team del dottor Lee ha rilevato un gran numero di tumuli bassi, arrotondati e allungati, simili a bolle. Queste ultime furono causate dal vapore acqueo, esploso quando la lava era penetrata in un gigantesco ghiacciaio.

Sotto i depositi piroclastici e minerari, potrebbero essere addirittura presenti residui di ghiaccio, risalenti al ghiacciaio primevo. Oggi, l’esistenza del ghiaccio, aprirebbe la strada all’auspicata possibilità, che l’uomo possa creare una colonia umana su Marte, come auspicano tanti sognatori, come il succitato miliardario visionario Elon Musk.

Col. Luciano Bonazzi

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Pubblicato da Luciano Bonazzi

Sono il Col. Luciano Bonazzi, mi occupo di varie tematiche scientifiche, tecnologiche e di cronaca. Ho scritto su vari blog, piattaforme e Magazine. / I'm Col. Luciano Bonazzi, I deal with various scientific, technological and news issues. I write on various blogs, platforms and magazines.

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