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Ogni tanto, oltre che di geopolitica, economia, religione e scienze, ci occupiamo di criptozoologia, disciplina ritenuta una pseudoscienza che si occupa l’esistenza di animali ritenuti estinti o leggendari. In passato ci siamo occupati di Yeti-Bigfoot-Sasquatch e della nuova forma di vita scoperta in Antartide. Questa volta ci occupiamo della vera star del genere, ovvero il cosiddetto Mostro di Loch Ness, che sarebbe una sorta di plesiosauro sopravvissuto all’estinzione, continuando ad abitare le acque dell’omonimo Lago della Scozia. Dopo qualche anno di silenzio sugli avvistamenti, pochi giorni fa i giornali inglesi in primis, poi altri di tutto il mondo, hanno dato la notizia di un nuovo avvistamento dell’essere. La testimone oculare e tecnica dell’esistenza della creatura acquatica è la giapponese Chie Kelly, una traduttrice che si trovava il vacanza sul lago.
Il mitico Steve Feltham, che da oltre 60 anni da la caccia (fotografica) a Nessie
Era il 2018, Chie Kelly stava passeggiando in riva al lago con la figlia e decise di fotografarla col lago sullo sfondo. Scattando le foto si rese subito conto che nelle acque alle spalle della figlia era emerso qualcosa di grosso. Negli scatti rimase impressa una creatura gigante, che Kelly descive “simile ad un’anguilla che gira lentamente sulla superficie del lago”. Va sottolineato, che gli scienziati hanno ipotizzato che più che un plesiosauro, il mostro fosse in realtà un’anguilla endemica, in ogni caso, va detto che tali avvistamenti vengono segnalati da secoli. All’epoca la traduttrice Chie Kelly decise di non divulgare gli scatti e li tenne nascosti per 5 anni, successivamente decise di mostrare le sue foto all’esperto Steve Feltham, che da oltre 60 anni ha fatto di Nessie la sua ragione di vita. Dopo averle studiate Feltham ha affermato: “…sono le immagini più convincenti che abbia visto negli ultimi decenni”. Dunque abbiamo un mito che potrebbe smontarsi, non un plesiosauro ma una banale anguilla gigante: peccato, però…
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