Rodrigo Duterte risponde a modo suo al premier canadese Justin Trudeau
Il presidente filippino, continua a darci le giuste motivazioni per continuare a sostenerlo. Nei fatti, relativamente alla guerra che Duterte ha intrapreso nei confronti dei narcotrafficanti, il premier canadese ha pensato di telefonargli per esprimergli le sue preoccupazioni. Trudeau, lo ha redarguito per i metodi autoritari che vengono utilizzati contro mafiosi e narcos.
Durante la conferenza stampa tenutasi in conclusione del summit dell’ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico), Rodrigo Duterte ha risposto a una domanda sulla telefonata di Justin Trudeau, dicendo: “Gli ho detto che la sua telefonata è un insulto personale” – sottolineando di non dover rispondere a nessuno delle sue azioni, se non alla sua gente – “Rispondo solo ai filippini, non risponderò ad altre cazzate, specialmente da parte di nazioni straniere”.
Ha poi ribadito il suo impegno a combattere il racket della droga fino alla fine dei suoi giorni: “Se distruggi il mio paese, se distruggi i nostri giovani, che sono la nostra unica risorsa, perché siamo un paese molto povero, io ti ucciderò: non devi dubitarne.”.
Tanto per smascherare i giornaloni bufalari nostrani, che definiscono Duterte neo-nazista, pubblichiamo questa foto del presidente a un comizio del suo partito.
Un messaggio forte e chiaro, rivolto peraltro da Duterte, leader socialista, a un Radical-Chic buonista come Trudeau, capace di scandalizzarsi davanti alla rigida applicazione delle leggi, e non di vergognarsi per il suo trattato CETA, atto a sopraffare lavoratoti e contadini.
Luciano Bonazzi
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