La Siria, un paese martoriato e saccheggiato da Stati Uniti e NATO

Dopo aver lasciato i curdi alla mercé della Turchia di Erdogan, la Casa Bianca ha ordinato ai militari statunitensi di occupare i pozzi petroliferi di Deir Ez Zor: nella Siria orientale. foto globalresearch.ca

Negli ultimi giorni assistiamo al palese saccheggio delle risorse siriane, da parte di USA e NATO, che agiscono come una forza di conquista e occupazione. I pozzi petroliferi di Deir Ez Zor, dopo il 2011, erano caduti nelle mani di Al Qaeda, che in Siria assume il nome di Jibhat al Nusra. Da allora, questa formazione, terroristica per le Nazioni Unite, ma inquadrata dagli USA nell’Esercito Siriano Libero (ESL), estraeva il petrolio siriano contrabbandandolo in Turchia. A gestire il traffico di questo petrolio era Bilal Erdogan, figlio del presidente turco, che poi lo rivendeva a clienti europei. Dopo le accese proteste del presidente Erdogan, in Italia, l’indagine a carico del figlio venne archiviata nel gennaio 2017.

Successivamente, l’ISIS subentrò a Jibhat al Nusra nella gestione dei pozzi di Deir Ez Zor, proseguendo la consolidata attività di contrabbando verso la Turchia. Quando poi l’ISIS cominciò ad arretrare davanti all’offensiva russo-siriana, nel 2017 l’area petrolifera cadde nelle mani delle cosiddette Forze Democratiche Siriane (SDF). L’alleanza SDF, costituitasi nel 2015, è formata da milizie curde, arabe, turkmene, armene, cecene e una brigata islamica internazionale. Tale alleanza sostituì quindi l’ISIS nel controllo e contrabbando del petrolio siriano, protetta da un contingente di truppe statunitensi.

In Siria vi sono diversi giacimenti di petrolio e gas, per la maggior parte situati nella sezione nord-orientale del paese. Nel 2008, quando la Siria non era ancora stata destabilizzata dagli Stati Uniti, la produzione petrolifera siriana era posizionata al 43° posto mondiale. Dall’inizio del conflitto, il saccheggio delle risorse energetiche siriane, ha comportato perdite per oltre 62 miliardi di dollari. Dopo l’ordine di ritiro deciso recentemente dal presidente Donald Trump, immediatamente è scattato l’invasione turca chiamata “Operazione Primavera della Pace”. Tale operazione, è stata giustificata da Erdogan, affermando che tra i curdi inquadrati nell’SDF, fossero presenti terroristi del PKK, responsabili, a detta del presidente turco, della morte di oltre 40.000 persone in Turchia negli ultimi 30 anni.

Ora, il presidente Trump a fronte dell’invasione di Erdogan in Siria e al massacro dei curdi, inclusi i civili, invece di prendere contromisure contro il presidente turco, ha deciso di occupare l’impianto di produzione di petrolio a Deir Ez Zor. Tale decisione, scaturisce dalla necessità per gli Stati Uniti e l’UE (Francia in testa), di mantenere sotto pressione la Siria. Ciò s’inquadra nella strategia delle sanzioni volta a impedire che la Siria, a fine conflitto, disponga delle risorse necessarie alla ricostruzione post-bellica. Infatti, se gli impianti di produzione petrolifera tornassero in mani siriane, grazie all’export avrebbero le risorse per la ricostruzione e verrebbe riconfermata la sovranità di Damasco. Ovviamente Stati Uniti e Unione Europea vogliono mantenere questo martoriato paese nella precarietà, quindi, diventa per essi di massima importanza, occupare manu militari i pozzi petroliferi come l’impianto di Deir Ez Zor.

La Russia rivela immagini satellitari sul “banditismo” degli Stati Uniti in Siria, 26 ott 2019. HispanTV

Il Magg. Gen. Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo, ha dichiarato che la Russia è in possesso di immagini satellitari sul passato coinvolgimento degli Stati Uniti nel traffico di petrolio, condotto attraverso la società americana Sadcab, i cui profitti sono stati utilizzati per pagare gli appaltatori militari privati ​​statunitensi. Il portavoce Konashenkov, ha affermato che le truppe statunitensi non hanno il alcun diritto di appropriarsi dei campi petroliferi di Deir el-Zor: “Né la legge internazionale, né la legislazione statunitense, può legittimare che le truppe statunitensi ‘proteggano e difendano’ i giacimenti e depositi di idrocarburi siriani dalla Siria stessa e dal suo popolo”.


Video pubblicato su Twitter da Sarah Abdallah: Nessuno batte ciglio mentre gli Stati Uniti rubano il petrolio siriano, un crimine di guerra e contrabbandano che sottrae ogni mese 30 milioni di dollari di profitti alla Siria”.

Ecco perché si presume che l’occupazione di Deir Ez Zor sia un atto politico, oltre che economico. Mantenendo il controllo delle risorse del paese, in futuro gli Stati Uniti potranno controllare la Siria pacificata. Quindi il vero motivo dell’attacco USA-NATO alla Siria, a partire dal 2011, è stato quello di prendere il controllo delle risorse energetiche situate sulla terraferma, puntando ai più ricchi giacimenti scoperti nel Mar Mediterraneo siriano. Inoltre a far gola agli imperialisti, vi è la rete di gasdotti e oleodotti della Siria, che porteranno il gas russo nel Mediterraneo.

Barak Obama alla Casa Bianca col fratello Malik, leader salafita foto shoebat.com

A discolpare parzialmente il presidente Trump, vi è il fatto che questi si è trovato a gestire una guerra scellerata, ereditata da Barack Obama, premio nobel per la guerra e dalla segretaria di stato Hillary Clinton, che, si spera, finirà in carcere per corruzione e crimini di guerra. Oggi sappiamo che la tentata dissoluzione della Siria ebbe per protagonisti gli Stati Uniti, la NATO, la Fratellanza Musulmana tra i cui leader vi è il fratello di Barack, Malik Obama, in combutta con Turchia, Arabia Saudita e Qatar.

Se oggi la Siria futura può sperare nel futuro, è grazie all’aiuto di Russia, Iran, Iraq e Cina: gli unici bastoni contro i predoni imperialisti occidentali.

Luciano Bonazzi

Fonti: globalresearch.ca, tutti i link esterni presenti nel testo e l’interessante trasmissione in onda su Byoblu, dal titolo Siria: il doppio standard dei media – Giorgio Bianchi

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Pubblicato da Luciano Bonazzi

Sono il Col. Luciano Bonazzi, mi occupo di varie tematiche scientifiche, tecnologiche e di cronaca. Ho scritto su vari blog, piattaforme e Magazine. / I'm Col. Luciano Bonazzi, I deal with various scientific, technological and news issues. I write on various blogs, platforms and magazines.

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