#Tibet #China #India Morto il comandante dell’SFF, la forza d’élite segreta tibetana

A partire dal 16 giugno, Orizzonti Geopolitici segue la vicenda degli scontri tra India e Cina per il controllo della zona di confine definita Linea Attuale di Controllo (LAC), in particolare nel Ladak. La trattativa sino-indiana per far cessare le ostilità, da noi documentata il 23 giugno, naufragò poi ai primi di agosto, quando l’India decise di inviare oltre 35.000 soldati nel Ladakh. foto thenewsmade

È fatto risaputo, che la maggior parte dell’esercito indiano è costituito per la maggior parte da Sikh, un’importante comunità etnico-religiosa dell’India, ma non sono gli unici. La morte violenta di un militare tibetano delle forze speciali indiane, avvenuta a fine agosto sul confine tra Cina e India ha portato alla luce un corpo d’élite semi segreto, o meglio che ufficialmente non esiste. Il soldato tibetano in questione si chiamava Nyima Tenzin, di 53 anni ed era il comandante della Special Frontier Force (SFF) inquadrata nell’esercito indiano, con lui è rimasto gravemente ferito un giovane soldato dello stesso reparto. Il comandante è morto a causa dell’esplosione di una mina, presso il punto dove sono in atto le tensioni di confine con le truppe cinesi. I dettagli forniti sulla forza militare segreta alla quale apparteneva Tenzin, sono scarsi, ma vediamo di capire meglio.

Video: Cos’è la Special Frontier Force

La Special Frontier Force venne istituita dopo il conflitto tra India e Cina del 1962. Poco si sa del corpo militare, secondo gli esperti si stima ne facciano parte circa 10.000 tibetani, resta il fatto che il governo indiano mantiene segreto il loro numero. Descrivendo l’SFF, lo storico tibetano Jianglin Li ha spiegato che questo reparto d’élite è composto principalmente da tibetani, nati e cresciuti nell’area climatica degli altopiani himalaiani: “L’India, dopo la guerra del 1962 con la Cina, ha imparato la lezione e cercato i soldati giusti. A quel tempo, la maggioranza di soldati indiani erano Sikh delle pianure, che non si adattavano alle zone ad alta quota”.

Alla luce di quell’esperienza, il governo indiano realizzò che in un conflitto sull’altopiano, erano necessari soldati con attributi fisici speciali. Di conseguenza, il governo guidato da Jawaharlal Nehru, l’erede spirituale di Gandhi, decise di costituire un corpo speciale, reclutando per lo più rifugiati tibetani, fuggiti in India nel 1959 al seguito del 14° Dalai Lama, cacciati dal Tibet dall’Esercito Cinese. La scelta di Nehru cadde sui tibetani, sia perché rappresentavano una forza disponibile, sia perché da secoli erano abituati a vivere ad alta quota, spostandosi a piedi oltre i 5.000 metri d’altitudine, senza risentire degli scompensi fisici derivanti dall’aria rarefatta.

Un corpo addestrato dagli USA

La presa di Tiger Hill nel 1999 foto dailyvedas

Tenzin Tsundue, scrittore e attivista tibetano che vive a Dharamshala, ha spiegato che truppe dell’SFF vennero addestrate dalla CIA americana negli anni ’60: “A quel tempo, lo scopo principale del gruppo era quello di combattere l’Esercito Cinese sul confine”. Fino al 1972, le truppe tibetane vennero armate, equipaggiate e addestrate dagli Stati Uniti, gli aiuti cessarono dopo la visita del presidente Nixon in Cina. Successivamente l’SFF continuò ad operare come corpo d’élite inquadrato nell’esercito indiano, che li utilizzò in varie operazioni militari. I commandos di questo corpo hanno condotto con successo diverse guerre per conto dell’India, a partire dalla guerra di liberazione del Bangladesh dal Pakistan, nel 1971. Durante la guerra di Kargil del 1999, i commandos SFF conquistarono Tiger Hill, sconfiggendo i soldati pakistani e portando l’India alla vittoria. Raggiunto dall’agenzia di stampa Reuters, l’ex consigliere del governo indiano per gli affari tibetani Amitabh Mathur, ha affermato di non essere sorpreso che il governo indiano abbia deciso di schierare i soldati SFF, in quanto “truppe di rottura, soprattutto nel contesto dell’alpinismo e della guerra ad alta quota”.

Attualmente, come forza d’élite dell’esercito indiano, l’SFF prende gli ordini direttamente dal primo ministro indiano Narendra Modi. Il reparto ha il suo quartier generale a Chakrata, nell’India settentrionale, a 700 chilometri dal Ladakh, attuale punto d’attrito del conflitto al confine tra India e Cina. Ai primi di settembre, mentre la comunità tibetana era in lutto per la morte del comandante Nyima Tenzin, la sua bara drappeggiata con bandiere indiane e tibetane venne portata a Choglamsar, un villaggio nella regione indiana del Ladakh. Dalle parole dette in quei giorni, emerse chiaramente che il sogno di tutti i tibetani, sia civili che militari, resta quello di combattere e cacciare la Cina dal Tibet.

Interpellato riguardo alla Special Frontier Force, il portavoce del governo tibetano in esilio Karma Choeying, ha detto che l’amministrazione “non commenta la questione“. Mentre lo scorso mercoledì, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying ha detto sibillinamente di non sapere se vi siano tibetani che combattono per l’India, ma ha sollecitato cautela: “Siamo fermamente contrari a qualsiasi paese, inclusa l’India, che sostenga le attività di secessione delle forze indipendentiste tibetane e che fornisca loro assistenza o spazio fisico”.

Luciano Bonazzi

 

Fonte: globalsecurity.org oltre ai link esterni inseriti nel testo

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Pubblicato da Luciano Bonazzi

Sono il Col. Luciano Bonazzi, mi occupo di varie tematiche scientifiche, tecnologiche e di cronaca. Ho scritto su vari blog, piattaforme e Magazine. / I'm Col. Luciano Bonazzi, I deal with various scientific, technological and news issues. I write on various blogs, platforms and magazines.

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