Riflessioni e comprensione della nuova legge sul Biotestamento


Gran parte della pseudo-sinistra italiana e una certa destra filo-renziana, trasversalmente ed entrambe turbo-capitaliste e globaliste, hanno accolto con grande soddisfazione la legge sul biotestamento. Ovviamente, la maggioranza di noi, legge la parola biotestamento e pensa suicidio assistito: vediamo di comprendere l’impianto della norma.

La legge approvata è composta da otto articoli sul fine vita, che hanno quale obbiettivo la tutela della libertà dell’individuo sulla scelta dei trattamenti sanitari. Fin qui nulla di strano, in sanità esiste già il consenso informato e il diritto del paziente sull’accettazione o meno delle cure, ma vediamo come questi sono stati estesi. La norma recita: “Ogni persona ha il diritto di conoscere le proprie condizioni di salute e di essere informata in modo completo, aggiornato e a lei comprensibile”. La lettura è chiara e plausibile, quindi in base all’articolo 1, il paziente ha diritto a rifiutare totalmente o parzialmente i trattamenti sanitari.

Lo scoglio più importante era però quello sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento, cioè quelle espresse da un adulto in grado di intendere e di volere, frutto di personali considerazioni, convinzioni e preferenze, che abbia deciso anticipatamente quali trattamenti sanitari vuole accettare oppure no. In questo i maggiorenni in pieno possesso delle facoltà mentali potranno quindi decidere se accettare o rifiutare non solo cure e terapie sanitarie tout-court, ma anche nutrizione e idratazione artificiali, in poche parole il paziente dichiara che, in certe condizioni, accetta di morire di fame e di sete. La legge prevede anche la nomina di un fiduciario che faccia le veci del paziente e si relazioni coi medici, per far rispettare le Disposizioni Anticipate di Trattamento. Per i medici, esiste però la possibilità di ridiscutere le DAT col fiduciario, qualora si presenti l’opportunità di nuove terapie non a conoscenza del paziente, ovvero non disponibili nel momento della stesura delle Disposizioni Anticipate di Trattamento.

Altro aspetto cruciale era quello dell’Accanimento Terapeutico, cioè, in caso di prognosi di morte a breve termine o imminente, sarebbe accanimento terapeutico la “ostinazione irragionevole” a somministrare cure. In questi casi per la legge sul biotestamento appena approvata, il personale sanitario deve astenersi dal ricorso a trattamenti inutili e sproporzionati, ma è tenuto invece ad applicare terapie per ridurre le sofferenze del paziente [In genere Morfina NDR] fintanto che questi non divenga refrattario, e quindi avviarlo alla Sedazione Profonda Continua. Quindi, anche in caso di rifiuto o di revoca al consenso al trattamento sanitario, verrà garantita una terapia del dolore, sotto controllo medico e l’erogazione di cure palliative come già previsto nella legge n.ro 38 del 15 marzo 2010. La Sedazione Profonda Continua, è una pratica medica parte della terapia del dolore e delle cure palliative, atta a diminuire le sofferenze nel malato terminale. Al di la delle strumentalizzazioni, per il Consiglio Nazionale di Bioetica “la sedazione profonda continua, che si estende fino alla perdita di coscienza del paziente, va ritenuta un trattamento sanitario e non va confusa con l’eutanasia o il suicidio assistito”.

Riguardo a nutrizione e idratazione artificiali, fin dal 2007, la Società Italiana di Nutrizione Parenterale ed Enterale così la definiva: “La nutrizione artificiale è un trattamento medico… fornito a scopo terapeutico o preventivo. Non è una misura ordinaria di assistenza [lavare o imboccare un malato non autosufficiente NDR], ma si configura come un trattamento medico sostitutivo [come la ventilazione meccanica o la emodialisi NDR]”. E ancora che : “La miscela nutrizionale è da ritenere un preparato farmaceutico che deve essere richiesto con una ricetta medica e deve essere considerato una preparazione galenica magistrale, non essendo un prodotto preconfezionato in commercio. Si tratta comunque di un trattamento medico a tutti gli effetti tanto che prevede il consenso informato del malato o del suo delegato, secondo le norme del codice deontologico”.

Nei fatti, ciò che è stato approvato non è affatto rivoluzionario, semplicemente conferma prassi consolidate normandole, ma se gli pseudo-progressisti inneggiano a una grande conquista che ci pone sullo stesso livello dei paesi europei e occidentali, lasciamoli inneggiare. L’unica novità è quella sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento, che ribadisce l’importanza del “Consenso Informato” nella relazione medico-paziente, dando al paziente l’ultima parola riguardo ai trattamenti da esso accettati.

Qui vorremo ricordare un famosissimo giornalista televisivo, il quale affidò a una diretta TV il proprio biotestamento, dichiarando che nel caso non fosse stato in grado d’intendere e volere, non avrebbe voluto alcun accanimento terapeutico. Di questo giornalista non facciamo il nome, solo per rispetto della sua Famiglia, che quando venne colpito da una grave patologia, pur avendo espresso pubblicamente le sue volontà, lo curò a tutti i costi. Non essendo tornato in televisione da allora, non avendo continuato a fare il giornalista, immaginiamo che non stia bene. Il fatto che non scriva più sul cartaceo né on-line, cosa che i giornalisti disabili fanno grazie a supporti informatici, siano essi non vedenti o senza braccia, ci fa presumere che la sua malattia lo abbia ridotto a un vegetale. Fossimo cattivi, potremo chiederci perché non siano messe in atto le sue volontà, ma da parte nostra auguriamo alla stesso la possibilità di guarire, tanta felicità e una lunga vita.

Evitiamo di fare il nome di questo grande professionista, anche perché, una cerchia di giannizzeri appartenenti alla Setta Suicidista, monitora tutti i social-network pronta a dare degli sciacalli e minacciare quanti sollevino il problema, sostenendo che: “Quello che è accaduto al famoso giornalista è stato sfruttato dai nemici del biotestamento per montare una campagna contro il diritto di ciascuno a scegliere quando far terminare le terapie. Con una quantità impressionante, fra l’altro, di bufale scientifiche” il corsivo è di uno di tali soggetti.

In ogni caso, il testo votato è esente da ogni deriva eutanasica, sia essa esplicita o velata e fin qui non v’è nulla da eccepire. Certamente verrà utilizzata da quella stretta minoranza di persone appartenenti alla cosiddetta Società Civile, per una catarsi atta dimostrare quanto sono progrediti. Ribadiamo comunque che eutanasia e suicidio assistito non sono contemplati dall’attuale legge sul testamento biologico. Quindi la Setta Suicidista dorma sonni tranquilli, indichi ciò che vuole sul suo fine vita, perlomeno alleggerirà di spese superflue il nostro agonizzante Servizio Sanitario Nazionale. La cosa più importante è di non far gestire queste tematiche ai personaggi scellerati che gestirono la legge sull’aborto, trasformando una norma legittima in un olocausto che oggi vede mancare all’appello circa 9 milioni di cittadini mai nati. Evitando di far gestire a certa gentaglia tematiche come questa, impedirà situazioni abominevoli come quelle del Nord Europa e nello specifico dell’Olanda, dove i bambini down vengono sottoposti a eutanasia di stato

Eutanasia infantile: Il Protocollo di Groningen, significa decidere per chi non può farlo

In Olanda ogni anno ci sono circa 200.000 nuovi nati, circa 1000 neonati muoiono nel primo anno di vita e 600 di questi per decisione medica sul fine vita. Per eutanasia infantile si intende quella praticata anche sui bambini, ovvero col soggetto che viene messo a morte con l’intervento attivo del medico. In Italia, evidentemente stato incivile, tale pratica è considerata illegale poiché corrisponde al reato d’infanticidio. Nella civile Olanda, oltre che in Belgio e altri stati dell’area, l’età minima di 12 anni per ricorrere all’eutanasia, è stata estesa a bambini e neonati.

La differenza tra l’eutanasia degli adulti e quella dei bambini è che quest’ultima viene somministrata a soggetti che non possono far prevalere la propria volontà su quella dei decisori adulti che la attuano. In Olanda, col protocollo di Groningen del 2002 è consentita l’eutanasia attiva sui bambini con prognosi che medici e genitori ritengano rendano insopportabile la vita. Nonostante sia difficile trovare elementi inequivocabili atti a dimostrare che la vita, in presenza di certe patologie non sia degna di essere vissuta, alcune “anomalie” sono considerate sufficienti per abortire o sopprimere un bambino già nato. Caso limite sono le diagnosi sui bambini con la Sindrome di Down, che non vengono considerati normali. Chiunque conosca bambini o adulti Down, vede persone felici, che amano, hanno una vita sessuale attiva, lavorano, si muovono autonomamente sui mezzi pubblici, interagiscono “normalmente”. La nuova frontiera dell’eutanasia infantile progressista Nordeuropea, riguarda anche la Sindrome di Down, un recente servizio dell’emittente radiotelevisiva statunitense CBS, ha svelato che in Nord Europa la percentuale annua di bambini Down è ormai prossima allo zero. Col termine Eugenetica, si fa riferimento a una serie di teorie e pratiche miranti a migliorare la qualità genetica di una stirpe d’individui, selezionando i neonati e sopprimendo quelli considerati inferiori, ora: Che differenza c’è tra l’eugenetica e l’eutanasia dei bambini?


È dunque fondamentale, che certe decisioni siano accompagnate da massicce dosi di ETICA, non parliamo di religione, ma di buonsenso e umanità. Lasciamo fuori da queste scelte gli pseudo-progressisti seguaci di Maltus e di varie teorie sulla selezione naturale, generalmente al soldo di Soros e affini: Le decisioni sulla nostra vita, morte e appartenenza all’umanità non appartengono a loro!

Luciano Bonazzi

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Pubblicato da Luciano Bonazzi

Sono il Col. Luciano Bonazzi, mi occupo di varie tematiche scientifiche, tecnologiche e di cronaca. Ho scritto su vari blog, piattaforme e Magazine. / I'm Col. Luciano Bonazzi, I deal with various scientific, technological and news issues. I write on various blogs, platforms and magazines.

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