Il presidente emerito Ciampi è deceduto: R.I.P.

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Oggi 16 settembre 2016, è mancato il Presidente Emerito Carlo Azeglio Ciampi.

Il rispetto per la vita umana fa parte di quella Pietas Cristiana, alla quale, qualunque siano le nostre idee, siamo stati educati dalla famiglia e dalla società nelle quali siamo cresciuti. Questo sentimento ci frena dal felicitarci della perdita del presidente emerito, soprattuto per rispetto verso i famigliari dolenti. Tuttavia, non possiamo frenare i momenti di rabbiosa costernazione di fronte all’ipocrita campagna di beatificazione nella quale il regime e i media sono impegnati in queste ore.
Per difenderci dal lavaggio mentale mediatico, è bene ricordare le “prodezze” del caro estinto.
Carlo Azeglio Ciampi, fu artefice, in combutta con Beniamino Andreatta, del divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia nel 1981, manovra che portò al raddoppio il rapporto debito/pil nel giro di dieci anni. Altro effetto del succitato divorzio, fu la perdita della nostra sovranità monetaria, che pose l’Italia in inferiorità nei mercati finanziari. Da allora, non possiamo più considerarci un Stato vero e proprio, non avendo più la piena sovranità in assenza di una componente fondamentale: una moneta nazionale.
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La perdita della moneta fu il primo passo verso la fine dell’Italia come nazione sovrana e indipendente. Con il divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia, deciso con un semplice scambio epistolare tra Ciampi ed Andreatta, la nostra Banca fu dispensata dall’obbligo di sostenere la spesa pubblica nazionale.
L’atto compiuto da Ciampi e Andreatta fu un’aperta congiura istituzionale, i due scelsero deliberatamente di scavalcare il Parlamento democratico evitando ogni dibattito, ma anche che eventuali pareri contrari potessero coalizzarsi.
Dal 1981 iniziò il drammatico declino di ciò che restava dell’Italia, che venne condotta, sempre con l’apporto fondamentale di Ciampi, in quella cloaca politica chiamata Maastricht e infine annientata dalla moneta privata massonico-finanziaria che c’impoverisce dal 1º gennaio 2002: l’Euro.
Il divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia, fu indispensabile per i passi successivi, un’Italia fortemente indebitata non offrì alcuna resistenza alla cessione di sovranità, infine “mani pulite” spazzò via tutti coloro che erano ostili all’avvento della grande finanza padrona assoluta dell’Italia.
Ricordiamo anche che nel 1993 il settimanale Famiglia Cristiana sostenne che Carlo Azeglio Ciampi fosse membro della loggia massonica Hermes di Livorno legata al Rito Filosofico Italiano, a sua volta legato al Grande Oriente d’Italia. Nonostante la notizia fosse stata smentita da Ciampi, nel 1998 Il Messaggero, curato dallo storico Aldo Mola, tornò a fare il nome di Ciampi tra vari iscritti a logge massoniche.
Smentite a parte, è interessante che Carlo Azeglio Ciampi divenuto presidente della Repubblica, con decreto datato 9 ottobre 2000, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 241 del 14 ottobre 2000, introdusse lo stendardo presidenziale “modello 2000”.
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Nelle intenzioni, lo stendardo dovrebbe richiamare la bandiera della Repubblica Italiana del 1802-1805, il Risorgimento e la lotta per l’unità nazionale.
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Certamente il vessillo di Ciampi potrà anche richiamare a ideali risorgimentali (Comunque non estranei alla massoneria), resta il fatto che lo stendardo presidenziale, opportunamente piegato, è di fatto un grembiule massonico.
Senza false retoriche, rispettiamo il Ciampi uomo che ha lasciato la vita terrena, ma non possiamo ignorare che fu un Italiano che antepose al proprio paese interessi macro-finanziari occidentalisti collegati al Nuovo Ordine Mondiale e che nel nome di quegli ideali tradì deliberatamente l’Italia.

Luciano Bonazzi

Fonti>
-http://www.dagospia.com/
-http://scenarieconomici.it/

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Pubblicato da Luciano Bonazzi

Sono il Col. Luciano Bonazzi, mi occupo di varie tematiche scientifiche, tecnologiche e di cronaca. Ho scritto su vari blog, piattaforme e Magazine. / I'm Col. Luciano Bonazzi, I deal with various scientific, technological and news issues. I write on various blogs, platforms and magazines.

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