Omicidio Pamela: è cannibalismo rituale?


Generalmente non ci occupiamo di cronaca nera, oggi lo facciamo perché la morte della povera Pamela Mastropietro, ferocemente assassinata a Macerata, ci ha colpiti profondamente. Avremmo preferito non immischiarci in querelle su giustizieri che, fino a prova contraria, sparano nel mucchio, ma anche di strumentalizzazioni su fascismi e antifascismi, esplicitamente collegate alla campagna elettorale. Sul quotidiano Il Tempo del 6 Febbraio 2018, un articolo a firma Valeria Di Corrado e Silvia Mancinelli, riferiva che la giovane ragazza è stata mutilata con orrore, alcuni organi non si trovano, oltre a una parte dell’apparato sessuale e al collo.

I medici autoptici che hanno ispezionato i poveri resti di Pamela, si sono detti sconvolti da quanto visto, tuttavia, nelle dichiarazioni ufficiali, la Procura di Macerata non è scesa troppo nei particolari. Dal canto suo, il Gip ha confermato l’arresto di Innocent Oseghale e fatto scattare altri arresti nel giro degli spacciatori nigeriani, fermando un uomo e una donna presumibilmente in fuga verso la Svizzera. Secondo quanto riferito da Oseghale, Pamela si trovava in casa sua e si era sentita male dopo essersi iniettata la droga e lo spacciatore era fuggito: “A quel punto mi sono spaventato e sono fuggito di casa” negando di averla fatta a pezzi.

Il corpo di Pamela, secondo la Procura, è stato “deturpato completamente e smembrato in vari pezzi con grossi strumenti da taglio”. Le parti sezionate, cioè testa, torace, seno, bacino, monte di venere, mani, braccia e gambe, sono state completamente dissanguate e lavate col cloro. Secondo la pm Stefania Ciccioli, l’autore di questa atrocità è il 29enne nigeriano Innocent Oseghale, in concorso con un connazionale.

Avendo noi vissuto nel sud-est asiatico, al tempo raccogliemmo testimonianze su rari casi di cannibalismo rituale, oppure di sussistenza come accade nelle zone più remote della Papua Nuova Guinea. L’Africa l’abbiamo praticata poco, conosciamo il Magreb, ma non l’area sub-sahariana, dalla quale però qualche notizia arriva attraverso le Nazioni Unite. Il giornalista Patrick Wisdom nell’articolo del 7 maggio 2017, Perché le uccisioni rituali prosperano in Nigeria affrontò questo tema sconcertante, proveremo a sintetizzarne il contenuto.

“Le ultime statistiche rilasciate dal Dipartimento d’investigazione criminale della Polizia Nigeriana ha rivelato che il numero delle uccisioni rituali è in aumento nel paese”. Nel rapporto si legge che questa pratica coinvolge sia i ceti poveri che quelli ricchi della società. In tal senso, ci sono numerosi individui collegati a sacerdoti-stregoni specializzati nel fornire parti umane per la pratica del cannibalismo rituale. Secondo la comune credenza, molti nigeriani sono certi che per acquisire ricchezza o potere, occorra affidarsi ai sacrifici umani e alla consumazione di parti anatomiche specifiche. Per quanti vogliano avvalersi di questi rituali, è necessario affidarsi ad un rete di assassini professionisti, in grado di fornire le parti del corpo necessarie.

Sempre nel rapporto è contenuta un’ampia casistica, ad esempio, viene citato che nel 2006, l’aiutante di un ex governatore aveva sacrificato un uomo per garantire la “sicurezza” del suo superiore. In un altro caso, un bambino venne sacrificato dalla moglie d’un politico per proteggerlo da eventuali attentati da parte di Boko Aram. Rituale è stata anche l’uccisione di Edith Ijeoma Onu Ossai, una giovane ragazza il cui corpo è poi stato ritrovato senza cuore, reni e parti intime. Vi è poi stato il rapimento di sette bambini, tra questi un bambino di nove mesi strappato alla madre Alice Nkwo mentre lo stava allattando.

Anche a Nnenna Emmanuel madre 32enne, il 24 dicembre 2016 hanno strappato con la forza i due figli, Chidubem Emmanuel di 8 mesi e Chiemelem Emmanuel di 3 anni: “Era la vigilia di Natale verso le 4 del mattino, stavamo dormendo quando sentimmo un rumore davanti a casa nostra, mi sono svegliata e il bambino più piccolo ha iniziato a piangere. All’improvviso, s’è aperto la porta, uno di loro è entrato in casa, m’ha dato uno schiaffo e m’ha strappato il bambino. Un altro entrò nella stanza dove dormiva il bambino di tre anni e lo prese, poi si precipitarono alla loro auto e fuggirono: Ogni notte chiudo gli occhi, sento le grida dei miei due bambini che mi chiamano, prego siano ancora vivi”.

A Eketube, in Nigeria centrale, è stato rinvenuto il corpo senza testa di Kelechi Nwawaka, 20enne allieva infermiera, la testa, la vagina e le dita erano state asportate per scopi rituali. Nel villaggio di Ndayi a Ugep, il ventitreenne Patrick Eno Onen aka ha sacrificato i suoi stessi figli gemelli di 8 mesi. A Calabar, Udo Mbakara, ha decapitato i suoi due nipoti e venduto le loro teste per 2 milioni di Naira [4552.96 €]. Ad Anantigha tal Effiong Edet di 38 anni ha decapitato una disabile mentale per un rito funebre a favore dello zio, un capo tribale.

Nel clima surreale che stiamo vivendo da giorni, cioè da quando la povera Pamela è stata uccisa, tutti gli eventi successivi hanno concorso a farci perdere di vista la ragazza. Dapprima la tentata strage, fortunatamente fallita, di spacciatori nigeriani da parte di Luca Traini, poi una propaganda fuorviante da parte di chi, in malafede, vorrebbe far passare il messaggio che l’Italia sia diventata come il Mississipi e che metà dei nostri concittadini apparterrebbe al Ku Klux Klan.

Sciocchezze a parte, ci stupisce il dott. Gino Strada, che di Africa dovrebbe saperne più di tutti, ma apparentemente ignora l’esistenza del cannibalismo rituale nell’Africa sub-Sahariana e ci stupisce che come medico non conosca, e da vicino, questa tremenda realtà. Ci conforta invece lo psichiatra e criminologo Prof. Alessandro Meluzzi, che con chiarezza assoluta ci ha fatto conoscere una sconcertante verità, grazie alla quale abbiamo voluto documentarci, sviluppando così questo articolo scaturito da un dubbio, quello sulle parti anatomiche scomparse.

Il criminologo Meluzzi: “La mafia nigeriana ha ucciso Pamela”

Addio povera Pamela, la terra ti sia lieve.

Luciano Bonazzi

Fonti: www.iltempo.it – www.thepointng.com – www.ilfattoquotidiano.it/

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Pubblicato da Luciano Bonazzi

Sono il Col. Luciano Bonazzi, mi occupo di varie tematiche scientifiche, tecnologiche e di cronaca. Ho scritto su vari blog, piattaforme e Magazine. / I'm Col. Luciano Bonazzi, I deal with various scientific, technological and news issues. I write on various blogs, platforms and magazines.

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