Mentre estende l’offensiva contro i curdi, Ankara rispedisce in Europa i terroristi dell’Isis – Video

Come preannunciato dal ministero degli Interni turco, Ankara espelle i foreign fighters nei pesi d’origine. foto thenational.ae

Dopo averlo preannunciato la scorsa settimana, il ministro degli Interni turco Suleiman Soylu, da ieri lunedì 11 novembre, ha avviato le espulsioni dei tagliagole dell’ISIS detenuti in Turchia. Si tratta in gran parte di islamisti europei che, andati a combattere per lo Stato Islamico, dopo la cattura erano detenuti nel paese, in una sorta di limbo. Ora Ankara ha deciso che non vuole più essere il carcere degli islamisti e li sta rispedendo verso i paesi d’origine, affinché siano questi a decidere le sorti di tali ingombranti criminali. Nelle sue dichiarazioni riportate dall’agenzia ufficiale turca Anadolu, il ministro Soylu, rivolgendosi ai leader stranieri aveva detto: “Vi diciamo che ve li restituiremo, e cominceremo a partire da lunedì” (ieri 11 novembre, NDR).

Il rimpatrio sarà valido anche per islamisti, ai quali i paesi d’origine avevano revocato la cittadinanza. In precedenza, il ministro aveva inviato messaggi in tal senso, rivolgendosi in particolare ai Paesi europei, sottolineando che la Turchia non è: “un albergo per jihadisti dell’Isis di nessun Paese”.

Si amplia l’offensiva contro i curdi

Intanto, sul fronte militare, sempre tramite l’agenzia Anadolu, Ankara ha annunciato che mentre prosegue la sua offensiva contro i curdi in Siria, ha avviato una “vasta operazione antiterrorismo” contro i curdi residenti nel sudest della Turchia. Lo scenario del nuovo fronte di guerra, sono le città turche a maggioranza curda di Diyarbakir, Mus e Bingol. L’obiettivo dichiarato è quello di “neutralizzare i gruppi separatisti terroristici” del Partito dei Lavoratori del Kurdistan – Pkk, considerato “organizzazione terroristica” dal governo di Ankara. Il nome in codice dell’operazione e ‘Kiran-5’, nella quale sono coinvolte oltre 2.600 unità delle forze di sicurezza.

Operation Kiran-5

Infine, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, di ritorno da una visita in Ungheria, rivolgendosi ai giornalisti ha comunicato che l’operazione ‘Fonte di pace’ nel nordest della Siria continuerà fino a quando i terroristi curdi saranno eliminati o espulsi dalla regione: ”Abbiamo un confine di 911 chilometri con la Siria. Né la Russia, né gli Stati Uniti o l’Iran hanno un confine qui. Useremo i nostri diritti in base all’Accordo di Adana fino a quando questa zona sarà liberata dai gruppi terroristici’.

Luciano Bonazzi

Fonti: adnkronos.com e tutti i link esterni presenti nell’articolo

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Pubblicato da Luciano Bonazzi

Sono il Col. Luciano Bonazzi, mi occupo di varie tematiche scientifiche, tecnologiche e di cronaca. Ho scritto su vari blog, piattaforme e Magazine. / I'm Col. Luciano Bonazzi, I deal with various scientific, technological and news issues. I write on various blogs, platforms and magazines.

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