Gli indomiti Houti yemeniti contrattaccano in Arabia Saudita

 

Nonostante anni di guerra spietata, nella quale ogni mezzo pare lecito, gli Houti resistono e contrattaccano. foto thehindu.com

Li hanno bombardati senza tregua, bambini compresi, gli eserciti di Riyad, Dubai e i loro alleati hanno irrorato le loro zone agricole con agenti chimici forniti dal Pentagono per affamarli e hanno avvelenato le loro riserve idriche per farli morire di sete. Sono arrivati a sganciare sulla popolazione civile una bomba al neutrone, ma gli Houti non si piegano.

La bomba ai neutroni sganciata nello Yemen. foto greenreport

Questa spietata guerra per procura, vede i regni sunniti della penisola araba, combattere una guerra per conto degli Stati Uniti contro un Iran impersonato localmente dagli sciiti Houti in un ruolo che si sarebbero volentieri risparmiati. È la disperazione che fornisce a questo gruppo etnico-religioso la forza per sopravvivere e contrattaccare. Nonostante soverchiati numericamente e tecnologicamente, i resistenti sopravvivono e periodicamente si vendicano sui loro massacratori con sortite in territorio saudita, tanto per far vedere al nemico, cosa si prova a essere invasi e attaccati.

In questo ennesimo contrattacco, si sono avvalsi di droni e missili esplosivi che sono riusciti a penetrare efficacemente le difese saudite. A essere colpiti sono stati obiettivi strategici, cioè quelli legati all’industria petrolifera dell’Arabia Saudita, alla base dell’immensa ricchezza di Riad. L’attacco è avvenuto sabato 14 settembre, quando i droni degli Houthi hanno attaccato due importanti strutture della Saudi Arabian Oil Company, già Arabo-American Oil Company. Gli obiettivi colpiti sono la raffineria di Abqaiq, la più grande del mondo e il giacimento petrolifero di Khurais. I due attacchi hanno scatenato enormi incendi, visibili anche dalla Stazione Spaziale Internazionale in orbita nello spazio.
Le strutture attaccate, cruciali per l’approvvigionamento energetico, hanno creato un danno globale. La perdita ammonta a oltre cinque milioni di barili al giorno, più della metà della produzione giornaliera di greggio del regno e circa il 5% della fabbisogno mondiale di petrolio. Anche il settore del gas naturale ha subito danni, la cui produzione è ora dimezzata. Non sono ancora stati quantificati i danni, né quanto tempo occorrerà per ripristinare le strutture colpite.

Un portavoce di Houthi, rivendicando la responsabilità degli attacchi di sabato ha dichiarato: “Questa mattina abbiamo effettuato una massiccia operazione offensiva con dieci droni e preso di mira le raffinerie di Abqaiq e Khurais affiliate ad Aramco. L’attacco, avvenuto nella regione orientale dell’Arabia Saudita è stato preciso e diretto”.

Riguardo agli attacchi Houthi al Regno Saudita poi aggiunto che avvengono: “…nell’ambito del nostro legittimo e naturale diritto di rispondere ai crimini di aggressione e all’assedio in corso nel nostro paese da cinque anni.. Questa operazione è una delle più grandi operazioni compiute dalle nostre forze”.

Gli Houti hanno inoltre promesso ai sauditi che vi sarà un’escalation di attacchi, fintanto che Riad continuerà nella sua aggressione allo Yemen: “…per il regime saudita non ci sarà altra soluzione se non quella di fermare l’aggressione e l’assedio al nostro paese”. La guerra nello Yemen è costata a Riyad decine di miliardi di dollari, provocando secondo il Fondo Monetario Internazionale, un deficit del 7% sul PIL saudita previsto per il 2019.

Immediatamente dopo l’attacco, il Segretario di Stato USA Mike Pompeo aveva incolpato l’Iran e minacciato ritorsioni contro Teheran. Mentre il senatore repubblicano Lindsey Graham premeva sulla Casa Bianca affinché si bombardasse l’Iran. Certamente le dichiarazioni di Pompeo non aiutano la pace: “Chiediamo a tutte le nazioni di condannare pubblicamente e inequivocabilmente gli attacchi dell’Iran. Gli Stati Uniti lavoreranno con i nostri partner e alleati per garantire che i mercati dell’energia rimangano ben forniti e che l’Iran sia ritenuto responsabile della sua aggressività”.

Come possiamo vedere, i principali aggressori e violatori di diritti umani nel mondo, cioè gli Stati Uniti, incolpano gli altri dei propri crimini contro il popolo yemenita. A questo punto, deve essere chiaro che se gli USA continueranno a massacrare gli Houti attraverso la coalizione a guida saudita, questi continueranno a colpire gli obiettivi strategici sauditi.

L’unico modo per far cessare ogni ostilità, sarebbe quello di lasciare in pace lo Yemen: ma vallo a spiegare all’industria bellica statunitense!

Luciano Bonazzi

fonti: globalresearch.caaljazeera.com – oltre ai link inseriti nel testo.

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Pubblicato da Luciano Bonazzi

Sono il Col. Luciano Bonazzi, mi occupo di varie tematiche scientifiche, tecnologiche e di cronaca. Ho scritto su vari blog, piattaforme e Magazine. / I'm Col. Luciano Bonazzi, I deal with various scientific, technological and news issues. I write on various blogs, platforms and magazines.

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