Un Futur Cûl Buṡón/Un Futuro a Novanta Gradi


Fermo immagine dal film “Il cammino della speranza” di Pietro Germi, 1950. In questa scena è raffigurato un duello rusticano interpretato dagli attori Raf Vallone e Franco Navarra.

In tempi evidentemente ritenuti felici da alcuni “Intellettuali Romantici”, in Italia le persone girovagavano col coltello in tasca pronti a lavar l’onta nel sangue. Quei tempi sono terminati qualche decennio fa, ormai anche i camorristi disdegnano i duelli all’arma bianca, troppo sporco da sanguinamento, privilegiando le più asettiche mitragliettate e pistolettate.

Questa situazione non garba però ai radical-chic, nostalgici depositari di talune peculiari tradizioni. Vuoi mettere i bei maschi infoiati e sanguigni che ai bei tempi si aggiravano palpeggiando, stuprando, scambiarsi cazzotti e pugnalandosi in duello? In questi nostri tempi cupi, c’erano cose che, parafrasando la presidente Laura Boldrini, gli italiani non volevano né vogliono più fare, occorreva quindi trovare una soluzione al problema.

Vista Agenzia Televisiva Nazionale: La presidente Laura Boldrini: I MIGRANTI SONO AVANGUARDIA DEL NOSTRO FUTURO STILE DI VITA

Parrà strano, ma ogni volta che ascoltiamo il discorso di cui sopra, ci torna alla mente un vecchio adagio Bolognese che recita: “L’e Fâzil fèr al Buṡån col Cûl ed chi Èter!. Questa frase di difficile traduzione, allude a certe pie dame, che sollecitano la gente comune a donar parte del poco che hanno ai poveri, salvo poi non far nulla di personale, pur avendone la possibilità in quanto ricche.

Inoltre ci rimanda alla memoria un alto prelato della stazza di 150 chili, il quale terminando la messa dal balcone del suo palazzo in una città romagnola, era uso dire “Beati i Tribolati”, poi il classico “La messa è finita, andate in pace” e infine, rivolgendosi ai concelebranti, “Andiamo che i cappelletti son pronti!”. Ovviamente, tra la folla che riempiva la piazza, erano presenti anarchici e mangiapreti romagnoli che invece del classico e pio “Amen”, rispondevano con un più verace “Mò va ban a cagher!”.

Oggi però le cose paiono sistemarsi, grazie ai paesi africani che hanno amnistiato straordinariamente centinaia di detenuti, i quali diligentemente, sono giunti nel nostro paese a riportare quella normalità altrimenti perduta. Ecco dunque che mentre le italiche culle languono, abbiamo a disposizione tanti giovanottoni pronti a spargere il “Verbo” sulla nostra asfittica popolazione.

L’immagine sopra, ci rimanda alla rissa cannibale avvenuta nel 2016 in un centro d’accoglienza in Sardegna. La struttura che ospitava un centinaio di profughi, pare fosse carente nelle porzioni delle vivande. Durante la cena, alcuni ospiti furibondi sostennero che qualcuno avesse ricevuto più cibo di loro. In breve la situazione degenerò e tra i migranti scoppiò una rissa feroce, durante la quale si sbranarono a vicenda, strappandosi la carne a morsi: per fermarli intervennero le forze dell’ordine.

Immagine contenuta nel libro Il Cannibalismo dei Makkarika del 16 dicembre 2015

Il cannibalismo è una delle pratiche che abbiamo perso in epoche preistoriche, anche se gli storici documentano di episodi sporadici, durante le grandi carestie del passato europeo, prima dell’introduzione della patata, oppure nel corso degli assedi, quando le persone, pazze d’inedia, giungevano a compiere atti di cannibalismo. Riguardo l’Africa sappiamo quanto riportato da militari, missionari, esploratori e funzionari delle Nazioni Unite, che per vari gruppi tribali è normale integrare la dieta con apporti settimanali di carne umana: un utile metodo per non sprecare cibo e risorse naturali, intaccando l’habitat.

Il futuro che ci attende, cambierà totalmente le nostre abitudini alimentari, sostituendo la carne suina e segnatamente il prosciutto, con gli insetti, dimenticheremo Mozart, Beethoven, Puccini, Verdi e vai coi Bonghi! In questo senso, Bologna è avanguardista, avendo precorso i tempi da un cinquantennio, infatti non vi è piazza priva di bonghisti.

Bologna, Piazza Verdi by day & by night.

Nelle due immagini, possiamo vedere la tribù dei Kannaboys & Kannagirls che impazza a Bologna. L’identikit tipico è quello dello scaldabanco universitario, fuoricorso, fuori-sede, fancazzista e fuori di testa. Vive in un appartamento da 400 € a posto letto per mese, pagati da poveri genitori che si svenano per mantenerlo a Bologna, e invece d’impegnarsi all’Alma Mater, ciondola sotto i portici, bottiglia in mano, o siede in cerchio coi suoi simili nelle piazze, facendosi di canne, bevendo e sballandosi.

Le due foto sopra sono simboliche del contributo culturale e artistico dei Kannaboys & Girls, i quali ovviamente ritengono che la nostra città sia loro grata per la preziosa presenza. In particolare i cittadini che negli appartamenti intorno alle piazze cercano invano di dormire, perché al contrario della ciurmaglia, loro il giorno dopo devono andare a lavorare e produrre, contribuendo con le loro tasse a pulire le piazze e i portici da rifiuti e imbrattamenti coi quali questi Gentlemen & Ladies lordano la nostra città.

Vi è infine un ulteriore aspetto, nei bei tempi andati era usanza essere obbligati ad andare a catechismo, comunicarsi e cresimarsi. Quell’obbligo imprescindibile, aveva il potere di creare alcuni bigotti che poi entravano nei Boy-Scout, nell’Azione Cattolica e con la maggiore età votavano Democristiano, ma la maggioranza reagiva ben diversamente. L’obbligo a esser cattolici, nei più faceva scattare l’impulso a divenire Atei, entrare negli Hare-Krishna, abbracciare il Buddismo e quant’altro. Va detto che nella chiesa, non tutti i preti erano simpatici, parlavano con una vocina melensa e affettata, parevano un po’ troppo inclini a sollecitar prebende, poi c’era il fatto che non erano sposati, cosa che tra i giovani in piena tempesta ormonale, pareva un abominio. In ogni caso sbarazzarsi dei preti era facile, non ci si presentava più in chiesa ed eri a posto, nessuno veniva a cercarti: oggi le cose stanno cambiando.

La certezza che la terra fosse una sfera e non piatta, ancor più la parità tra uomo e donna, per affermarsi hanno percorso una strada plurisecolare, lastricata di martiri. Quanti nacquero nel dopoguerra, vennero abituati a considerare queste e altre regole, norme indiscutibili e imprescindibili, ma non è così per tutte le culture. In una parte delle tradizioni etiche umane, ad esempio, la donna vale meno dell’uomo e la terra è piatta. Se gran parte delle religioni, davanti alle prove empiriche, addivengono a una mentalità simile alla nostra, gli islamici, e segnatamente la maggioranza sunnita, non accettano assolutamente queste regole “moderne” che per loro equivalgono a teorie blasfeme.

Islam & Scienza: La Terra e’ Piatta (sottotitolato in Italiano) lo spiegano un astronomo e uno scienziato.

TEOLOGO ISLAMICO “DIMOSTRA” CHE LA TERRA È FERMA

Mogherini, Boldrini e Pinotti: le donne di sinistra sono pronte!

Va da sé, che chi è cresciuto come noi con forti valori etici, sarebbe pronto a lottare contro chi vuole stravolgere la nostra Società Democratica e la Costituzione, ma quando vediamo che chi vuole questa svolta sociale sono proprio le donne, ci cascano le braccia. Che senso ha lottare contro una cultura ultra-maschilista, omofoba suprematista e oscurantista, se femministe, omosessuali, politici, scienziati, insomma la Società Civile, si sottomettono all’islam?

Diciamocela tutta, forse siamo noi che vorremo porre un presidio a difesa della nostra società a sbagliare, se vincesse la nuova cultura sostituendo la nostra, chi ci perderebbe in fondo? Non certo noi maschietti tendenzialmente eterosessuali o bisessuali occasionali, anzi, nella nuova società che si prospetta, la nostra condizione verrebbe elevata. In fondo si tratterebbe di genuflettersi evitando di scoréggiarsi in faccia l’un l’altro, in conformità col Decreto Legislativo 106/09 (ex Legge 626), in materia di emissioni gassose in ambienti chiusi.

Luciano Bonazzi

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Pubblicato da Luciano Bonazzi

Sono il Col. Luciano Bonazzi, mi occupo di varie tematiche scientifiche, tecnologiche e di cronaca. Ho scritto su vari blog, piattaforme e Magazine. / I'm Col. Luciano Bonazzi, I deal with various scientific, technological and news issues. I write on various blogs, platforms and magazines.

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