The Kingdom of Jordan now supports Syria/La Giordania ora sostiene la Siria


Il presidente Bashar al-Assad e le sue truppe alla cena di fine Ramadan Foto ©www.ynetnews.com

Negli ultimi giorni, dopo l’annuncio del ministro della difesa russo, generale Sergej Šojgu, è diventato sempre più chiaro che Assad ha vinto e battuto il cosiddetto Califfato installato in medio oriente dagli Stati Uniti per destabilizzare la regione e controllare i giacimenti presenti nell’area.

Ma perché Assad non ha fatto la brutta fine di Gheddafi? Il fattore chiave, che analisti e giornalisti non vedevano, era il fatto che i terroristi moderati AlNusra-AlQaeda-ISIS-Withe Helmets-Free Syrian Army e compagnia varia made in CIA, all’80% erano stranieri. Sembrava nessuno facesse caso alle nazionalità dei tagliagole: anglo-pakistani, ceceni, albanesi, italiani, francesi, scandinavi, tedeschi, spagnoli, austriaci. L’elenco di nazionalità potrebbe proseguire ancora, ma non vogliamo annoiare nessuno, ai tagliagole vanno inoltre aggiunte le cretine, partite per fare la sexi-jihad, costate poi ingenti cifre di denaro pubblico per liberarle dagli aguzzini.

Assad e la moglie Asma nella chiesa di Nostra Signora di Damasco, durante la Messa di Natale Foto ©www.sgetdotinfo.files.wordpress.com

A far vincere Bashar Assad è stato il sostegno della popolazione siriana, nessun commentatore ha tenuto conto del fatto che i profughi non fuggivano dall’Esercito Siriano, ma dai terroristi che li sgozzavano, stupravano e gassavano per far poi ricadere la colpa sul presidente. Nel corso della guerra civile il presidente è rimasto al suo posto, mescolandosi alle truppe e alla popolazione, pur essendo sciita, ha festeggiato il ramadan coi sunniti e partecipato alla messa di Natale con la moglie Asma.

Re Abd Allah II di Giordania con Vladimir Putin Foto ©www.sputniknews.com

Re Abd Allah II di Giordania, in equilibrio tra Assad, i ribelli made in USA e Putin.

Il sovrano della Giordania è un personaggio singolare, di padre sunnita e madre anglo-ebraica che non si convertì mai all’Islam. Terminate le scuole elementari ad Amman, capitale del regno, venne trasferito dai genitori in Gran Bretagna, nel Surrey, dove ha studiato alla St. Edmund’s School. Nel 1980 è entrato nella Royal Military Academy di Sandhurst col grado di cadetto, dove successivamente divenne colonnello dell’aeronautica militare. Nel 1982 s’è iscritto all’Università di Oxford e laureandosi, infine si specializzò come diplomatico, grazie a un Master in Relazioni Internazionali.

Asceso al trono alla morte del padre Ḥusayn, ha attuato una serie di cambiamenti nel regno migliorando le condizioni del suo paese, purtroppo privo di risorse. Insieme alla moglie Rania, ha attuato un programma per le pari opportunità, oggi, la Giordania è tra i pochi paesi a maggioranza sunnita ad aver equiparato i diritti di uomini e donne. Ha poi dato nuovo impulso all’economia del paese, attirando investimenti finanziari internazionali. Da ultimo, quale appassionato di Star Trek, nel 1995, recitò nell’episodio “Investigations”.

La Giordania attualmente ospita 1.400.000 profughi siriani e durante tutta la Guerra di Siria ha cercato di non esserne coinvolta. Il regno ospita però basi di Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Arabia Saudita ed è stato usato come base di partenza delle operazioni militari statunitensi. Allo stesso tempo, Re Abd Allah, ha dovuto fingere di non vedere gli jihadisti uscire da quelle basi per fare incursioni nella Siria meridionale.

La situazione ha avuto fine nel febbraio 2015, quando, a fronte dell’esecuzione di uno dei suoi piloti militari, bruciato vivo dall’ISIS, il sovrano stesso è salito su un caccia e ha bombardato la base jihadista massacrando tutti i terroristi che inquadrava nel mirino. Rientrato ad Amman, ha stanato due terroristi da una basi militare occidentale, facendoli impiccare e intimando agli Stati Uniti di allontanare immediatamente dalla Giordania tutti gli jihadisti.

Re Abd Allah II di Giordania il giorno della ritorsione contro l’ISIS. Foto ©www.ilsecoloxix.it

Oggi, la Giordania ha deciso di sostenere la Siria, una mossa che non piacerà sicuramente agli USA. Il Ministro di Stato e dei rapporti coi media Mohamed Momani, rivolgendosi alla televisione nazionale di Amman, ha parlato delle ottime relazioni tra Giordania e Siria. Ha ricordato che i due paesi hanno mantenuto rapporti diplomatici di alto livello durante tutto il conflitto e che il suo paese non ha interferito nella politica interna siriana, rispettando il presidente Bashar al-Assad.

Il Ministro di Stato e dei rapporti coi media Mohamed Momani Foto ©www.fr.timesofisrael.com

Il ministro ha infine dichiarato che saranno tenute in alta considerazione le operazioni di de-escalation stabilite durante i negoziati russo-statunitensi. Queste parole sembravano rivolte soprattutto ai jihadisti presenti nella Siria meridionale. Durante le dichiarazioni ufficiali giordane, l’Esercito Siriano ha espugnato due sacche di resistenza jihadista al confine tra i due paesi: un buon auspicio per la stabilità mediorietale.

Luciano Bonazzi

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Pubblicato da Luciano Bonazzi

Sono il Col. Luciano Bonazzi, mi occupo di varie tematiche scientifiche, tecnologiche e di cronaca. Ho scritto su vari blog, piattaforme e Magazine. / I'm Col. Luciano Bonazzi, I deal with various scientific, technological and news issues. I write on various blogs, platforms and magazines.

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