Philippines: the battle of Marawi against ISIS/Filippine: la battaglia di Marawi contro l’ISIS.


Il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte Foto www.it.pinterest.com

Da mesi denunciamo il fatto che gli Stati Uniti hanno trasferito miliziani del Califfato dall’Iraq in Indonesia, Malesia e soprattutto nelle Filippine. La strategia USA, prevede di abbattere il Presidente Rodrigo Duterte, politico d’ispirazione socialista.
Dopo aver stretto trattati d’amicizia con Cina e Russia, Duterte ha chiesto insistentemente, che gli USA chiudano le loro basi militari nel paese e se ne vadano, sostenendo che le Filippine non sono una colonia Statunitense.
Per quel che riguarda Indonesia e Malesia, lo scopo è ovviamente quello d’impadronirsi degli enormi giacimenti dei due paesi. Per approfondire leggere: I Piani di Guerra dell’Impero

Soldati filippini pattugliano la città di Marawi ancora parzialmente occupata da jihadisti fedeli allo Stato Islamico. Foto www.nytimes.com

Filippine: Le case ancora in piedi nella città di Marawi, dopo più di tre mesi di feroci combattimenti sono crivellate da fori proiettili e annerite dagli incendi. Il generale dei marines filippini Melquiades Ordiales dichiara: “Al momento non so dire quando a Marawi si tornerà alla normalità”. La battaglia è durata più di 100 giorni, la distruzione regna sovrana e in alcune zone i combattimenti non sono cessati, giovedì scorso, tre militari sono stati uccisi e 52 feriti.

La città Marawi si trova sull’isola meridionale di Mindanao e prima dell’arrivo dell’ISIS, periferia compresa, era abitata da oltre 300.000 persone. Marawi è anche un’anomalia in un paese profondamente cattolico o comunque Cristiano, infatti è la città con la maggior presenza musulmana delle Filippine.

Quella che era una grande città, è ora ridotta a un cumulo di macerie, dopo che un gruppo di islamici filippini sono stati radicalizzati da miliziani dell’ISIS, giurando fedeltà allo Stato islamico, il presidente Rodrigo Duterte, più bolscevico che socialista, un duro che ha già eliminato mafia e trafficanti di droga dal paese aveva detto che avrebbe agito severamente. Per i jihadisti, Duterte è decisamente il personaggio sbagliato da sfidare, infatti tre mesi fa aveva promesso di “cancellarli” dal paese ad ogni costo.

Case e altre strutture distrutte Foto ©www.nytimes.com

Ovviamente, giornali nelle mani di Soros e Pentagono come il The New York Times e simili, hanno voluto sottolineare le sofferenze dei 300.000 civili sfollati dal governo per poter combattere l’ISIS senza provocare vittime innocenti. Dunque non conta l’impegno di Duterte a salvaguardare la popolazione civile, si preferisce parlare di una minoranza islamica maltrattata.

Anche la Croce Rossa, mette l’accento sui patimenti degli sfollati, non considerando che i responsabili delle sofferenze sono i terroristi islamici e non l’Esercito Filippino che li combatte. Vengono raccontate le condizioni di sovraffollamento nella tendopoli e si raccolgono testimonianze surreali dei civili “Ci hanno detto di fare le valigie entro tre giorni”, dice il 22enne Esnimeh Dago, “Il governo ci dà cibo e qualche sostegno, ma vogliamo tornare al nostro lavoro”: dunque si lamentano del fatto che lo stato li protegge?

Alcuni sfollati della città Marawi Foto ©www.nytimes.com

Quando intervenne l’esercito, la zona di Marawi era caduta nelle mani di estremisti islamici, bande criminali e militanti dell’ISIS, che dallo scorso maggio si erano impossessati della città. All’inizio delle operazioni militari, i soldati filippini contarono circa 600 combattenti appartenenti alla banda di criminali capeggiata dai fratelli Maute e alleata di Isnilon Hapilon, leader di Abu Sayyaf e dell’ISIS trapiantato nelle Filippine.

Soldati Filippini all’interno di un palazzo liberato, la battaglia di Marawi si combatte casa per casa da 100 giorni. Foto ©www.nytimes.com

I militari hanno dichiarato la scorsa settimana che erano riusciti a liberare la grande moschea di Marawi, usata dagli jihiadisti come quartier generale e nella quale si erano asserragliati con una decina di ostaggi.
Lo stesso presidente Duterte, indossata l’uniforme, aveva partecipato ai combattimenti sparando sui terroristi, a ribadire che gli jihadisti dovevano essere cancellati dal paese.

Thank you uncle Sam immagine da archivio redazione.

All’interno della città, secondo l’esercito, solo alcuni rioni sono ancora controllati dai terroristi che sono equipaggiati con armi moderne e sufficienti scorte di cibo. L’ISIS intanto ha definito l’assedio di Marawi una vittoria strategica, che rende il Califfato un importante giocatore nello scenario mondiale.

Luciano Bonazzi

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Pubblicato da Luciano Bonazzi

Sono il Col. Luciano Bonazzi, mi occupo di varie tematiche scientifiche, tecnologiche e di cronaca. Ho scritto su vari blog, piattaforme e Magazine. / I'm Col. Luciano Bonazzi, I deal with various scientific, technological and news issues. I write on various blogs, platforms and magazines.

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