Da Stefano Orsi riceviamo il seguente commento relativo all’avvelenamento dell’ex spia Skripal a Salisbury, evento che Orizzonti Geopolitici ha più volte definito un False Flag politico contro la Russia: buona lettura!
Il governo Gentiloni, decide di espellere due diplomatici russi in ottemperanza di direttive UE e NATO, a causa dell’affaire Skripal, la montatura messa in piedi in Inghilterra per accusare la Russia di qualcosa. Atto grave, l’ennesimo, quello di una Italia che si accoda malamente alle direttive di chi la sta comandando. Il nostro governo, in assenza di qualunque prova, decide comunque di accodarsi alle iniziative di altri, rinunciando ad avere una voce ed una posizione indipendenti.
A mio modesto giudizio si tratta di un atto grave per due motivi, il primo, è senza dubbio l’assenza di motivazioni valide per dare corso ad una espulsione che al momento appare del tutto immotivata, la seconda è che questo governo insulso, si trovi in attesa di essere defenestrato dall’entrante, pertanto sarebbe tenuto a restare nell’ambito dei soli affari correnti in mancanza di una qualsivoglia emergenza. Aggiungo un’ulteriore considerazione, il momento.
Portare un attacco alla Russia, l’ennesimo, in questo particolare momento per la vita di quel Paese, che vede una tragedia colpire la sensibilità dei suoi cittadini, e parlo dell’incendio di Kemerovo, dove le vittime, sono decine e molte sono dei bambini, in questo frangente avremmo invece dovuto esprimere le nostre condoglianze e vicinanza al Paese data l’entità della tragedia, invece la nostra risposta è una maramalda espulsione di diplomatici , per dare uno schiaffo, che credo verrà immediatamente restituito con interessi, al governo del neo rieletto presidente Putin, aggiungo che proprio questo vile atteggiamento tenuto dal mondo occidentale, barbaro oserei dire, non farà altro che compattare ulteriormente la forza del popolo russo e cementare la sua determinazione a resistere alle aggressioni del mondo occidentale che si fanno via via sempre più spregiudicate e violente.
Stefano Orsi
