Bolivia: end of the USA Empire/ Fine dell’impero USA


Il presidente Boliviano Evo Morales Foto ©www.elimpulso.com

Fine dell’impero USA: la Bolivia è contro un intervento in Venezuela

Alla fine dello scorso mese di luglio, il presidente Boliviano Evo Morales aveva evidenziato come l’indipendenza della Bolivia dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca mondiale fosse totalmente realizzata nel suo paese.

La Bolivia nuovo membro del Mercosur, il mercato comune dell’America meridionale che riunisce Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay, Cile, Perù, Colombia ed Ecuador. Il Venezuela è membro a pieno titolo dell’organizzazione il 31 luglio 2012, la Bolivia era invece uno stato associato.

Il Mercosur, alla sua istituzione del 26 marzo 1991, era formato da Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay. Il trattato prevedeva l’abolizione dei dazi doganali tra i quattro Paesi e una tariffa doganale comune per i paesi “Esterni”. L’obiettivo finale del Mercosur prevede la realizzazione di un mercato comune, paragonabile al nostro vecchio MEC.

In previsione dell’ingresso della Bolivia, quale paese membro del Mercosur, Morales a fine luglio ha partecipato al vertice del gruppo tenutosi in Argentina. Sul tavolo dell’incontro, la Bolivia aveva portato i risultati di 11 anni di riforme sociali, che testimoniano il miglioramento per oltre il 45%, del welfare Boliviano a vantaggio di salute pubblica, istruzione e assistenza agli strati poveri della società.

In quella sede, il presidente Boliviano aveva annunciato la totale indipendenza del suo paese dall’FMI e dalla Banca mondiale, organizzazioni che per anni hanno condotto politiche economiche devastanti nello stato sudamericano, spingendo il turbo-capitalismo sino alla privatizzazione totale dell’acqua, degli acquedotti, fiumi, laghi, torrenti, fino all’acqua piovana: politiche che scatenarono la rivolta della popolazione assetata.

Bolivia – Guerra dell’acqua di Cochabamba – The Corporation
[Nel 1999 la statunitense Bechtel assunse la gestione del servizio idrico a Cochabamba, terza città della Bolivia. Il prezzo dell’acqua venne triplicato, fu imposto l’obbligo d’acquisto di permessi per accedere alla risorsa e un sistema di licenze per raccogliere l’acqua piovana. Dopo un anno, il 55% degli abitanti non aveva accesso all’acqua. Nell’aprile del 2000 centinaia di migliaia di persone scesero in piazza contro il governo NDR].

A luglio, durante il vertice Mercosur, sul suo account Twitter, Morales scriveva: “Nello stesso giorno di oggi, nel 1944, si concluse la Conferenza economica di Bretton Woods, e vennero creati il ​​Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale”. Poi, in un twitt successivo aveva aggiunto: “Queste organizzazioni hanno dettato il destino economico del mondo e della Bolivia, oggi possiamo dire che abbiamo la piena indipendenza da esse”.

Nel suo discorso, Evo Morales ha rivelato che la dipendenza economica era così grave, che il Fondo Monetario Internazionale aveva un suo ufficio nella sede del Palazzo di Governo e che partecipava alle loro riunioni. Dopo il vertice del Mercosur di Mendoza, il presidente Boliviano ha detto ai giornalisti che grazie alla crisi finanziaria globale del capitalismo, è giunto il tempo della liberazione dei popoli: “Il Mercosur non può ripetere l’esperienza amara dell’Organizzazione degli Stati Americani ed espellere per motivi politici o ideologici Certe nazioni”.

Ha anche sottolineato come gli interventi imperialisti in Libia, Iraq, Siria, per citarne solo alcuni, sono stati condotti per appropriarsi delle altrui risorse naturali: “Oggi l’obiettivo principale è il petrolio del Venezuela”, e rivolgendosi ad alcuni leader Sud Americani che avevano assunto posizioni interventiste accanto agli USA: “I paesi del Mercosur non possono essere complici di un intervento degli Stati Uniti in Venezuela.”

Alcune delle più grandi lotte di resistenza in Bolivia negli ultimi 60 anni, erano contro le politiche economiche del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale. Le manifestazioni si opponevano alle politiche di privatizzazione, all’austerità, ai tagli dei servizi pubblici, dei salari e contro l’indebolimento dei diritti dei lavoratori.

Fernando Huanacuni Mamani, Ministro degli Affari Esteri della Bolivia in visita a Mosca Foto ©www.reseauinternational.net

Durante la sua recente visita a Mosca, il Ministro degli Esteri Boliviano ha respinto l’idea dell’intervento armato degli Stati Uniti in Venezuela, prospettato da Donald Trump, sostenendo il diritto all’autodeterminazione di Caracas.

Nel corso dell’incontro col suo omologo russo Sergej Lavrov, Fernando Huanacuni Mamani ha definito inaccettabile l’idea di un’ingerenza straniera negli affari interni del Venezuela: “La Russia e la Bolivia, respingono fermamente ogni atto che leda la sovranità del Venezuela… …occorre rispettare il processo politico avviato in quel paese, per preservare l’armonia nella regione: L’egemonia del mondo occidentale e dell’impero USA si è concluso”.

Sergej Lavrov ha chiesto che le divergenze tra il Venezuela e gli altri paesi, siano superate con mezzi pacifici e attraverso il dialogo. Inoltre ha respinto l’idea di “pressioni esterne e dichiara inaccettabile la minaccia di un intervento militare.”

Il Venezuela sta vivendo una profonda crisi politica che ha portato, a una serie di proteste dell’opposizione iniziate nell’aprile 2017. Più di un centinaio di persone, in gran parte sostenitori del governo sono stati uccisi negli scontri con l’opposizione moderata armata dalla CIA. La creazione di un’assemblea costituente ha ulteriormente aggravato la situazione, poiché il referendum vinto dai Bolivariani, non è stato riconosciuto, non si sa a che titolo, da alcuni paesi, tra cui gli Stati Uniti e i loro domestici dell’Unione Europea.

Trump evoca un possibile intervento militare in Venezuela Immagine ©www.francais.rt.com

L’11 agosto scorso, il presidente Donald Trump ha parlato di una possibile “opzione militare” nel paese per risolvere la crisi, dopo aver rifiutato una proposta di dialogo telefonico fatta dal presidente venezuelano Nicolas Maduro.

Il presidente venezuelano Nicolas Maduro col suo omologo Boliviano Evo Morales Foto Archivio Redazione

Diverse potenze regionali, tra cui Brasile, Colombia, Perù, Cile, Messico, Ecuador, Nicaragua e Bolivia hanno però espresso il loro rifiuto per qualsiasi opzione militare.

Prendendo ad esempio gli interventi militari in Libia, Iraq, Afghanistan e altri paesi, il Ministro degli Esteri Fernando Huanacuni Mamani, ha detto che quelle invasioni hanno portato quegli stati al collasso. Mamani ha quindi esortato Washington ad abbandonare le sue ambizioni egemoniche e di riconoscere l’esistenza di un mondo multipolare.

Luciano Bonazzi

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Pubblicato da Luciano Bonazzi

Sono il Col. Luciano Bonazzi, mi occupo di varie tematiche scientifiche, tecnologiche e di cronaca. Ho scritto su vari blog, piattaforme e Magazine. / I'm Col. Luciano Bonazzi, I deal with various scientific, technological and news issues. I write on various blogs, platforms and magazines.

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